Behind The Scene
(หลังม่าน)
~Original by everY, afterday; everY, -west-)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈 Saranghaeyo Asia🐈🐇~
|SCENA OTTO|
Pat|Talk
So
che è la stanza di Pran, e lui ha tutti i diritti di accettare o cacciare
qualcuno dalla sua stanza come gli pare. È un suo diritto farlo, ma sento il
mio cuore cedere perché Pran non mi ha mai intimato di andarmene con uno
sguardo così freddo. Sono sia arrabbiato che deluso dal fatto che Pran abbia
scelto quel tizio, quella scimmia che sta sempre appiccicata a lui, invece di
me, che conosce fin dall'infanzia.
Mi
dimentico di Fragrant e torno nella mia stanza.
Sono
solo pochi metri di distanza, eppure mi sembra passi un'eternità prima di
riuscire a girare la maniglia. So che sono stato troppo duro con quel teppista,
ma l'irritazione che avevo represso mi ha spinto a picchiarlo a sangue. Ho
perso totalmente il controllo. Più pensavo a quanto Pran fosse gentile con lui,
più volevo mettere fine alla sua esistenza. Non me ne fregava niente se moriva.
Non mi importa. Beh, a chi importa? Oh... Giusto... Quello a cui importa è
colui che mi ha buttato fuori dalla sua stanza pochi minuti prima. Fumavo dalla
rabbia, e ammetto che mi sono sentito in colpa ad aver colpito Pran. Non mi
sono trattenuto nonostante non fosse nelle mie intenzioni. Fin dai giorni della
scuola primaria, non ho mai pensato di lottare con Pran al massimo della mia
forza. Ero pieno di sensi di colpa. Pran era ferito fisicamente mentre io,
emotivamente. Questo è il motivo per cui ero andato a scusarmi in modo sincero.
Ma Pran non voleva ascoltare.
"Cosa
c'è che non va Pat?" Mi chiede mia sorella dalla sua stanza, mentre si
dipinge le unghie, vedendo che stavo in piedi davanti alla porta della mia
stanza con sguardo vuoto. L'odore tagliente del solvente riempie la stanza.
Normalmente me ne lamenterei. Ma ora, anche se Par si mette lo smalto nell'area
comune, non ho il cuore di chiederle di metterselo in balcone come al solito.
Sospiro una volta e guardo il mio pugno, quello che ho usato per colpire Pran.
Mi sentirei di tornare lì a piagnucolare. Che diritto ha di farmi stare così
male da avere voglia di piangere così?
"Qual
è il problema Pat? È successo qualcosa?"
"Ho
lottato con Pran."
"Ancora?"
Par sospira prima di aggrottare le sopracciglia perché non le rispondo.
"Che tipo di lotta? Fisica come ogni volta?"
"Sì,
l'ho colpito, ma lui non l'ha fatto "
"Pat!
Pran sta bene?"
"Dovresti
andare a controllare."
"Perché
non lo fai tu?"
"Lui
probabilmente..." Mi fermo. Voglio medicare le sue ferite, ma immagino non
sia più necessario. "...Non vuole vedere la mia faccia."
"È
davvero arrabbiato con te? Non avete sistemato tempo fa? Perché vi siete
picchiati? E in più, non avete parlato dopo la lotta. È inusuale."
"Mh"
borbotto, evitando la domanda. Non posso dirlo a parole, ma odio quello la. Lo
odio.
E,
non m'importa se quello che ho fatto rende Pran ancora più nervoso nei miei
confronti. Chiamami perdente se devi. Il sentimento possessivo nei confronti di
Pran è reale.
"Perché
non aspetti che prima si calmi e poi ci riprovi?"
"Al
diavolo."
Questa
è la mia risposta. Mi tolgo la maglietta della scuola e la butto sul letto,
prima di buttarmi a terra. Non ho alcuna idea di quando abbia iniziato a
sentirmi in questo modo. Da quello che ricordo, non importa quanto terribili
fossero le nostre lotte e non importa quando arrabbiato o infelice Pran fosse,
sarei sempre stato il suo numero uno quando eravamo soli. Quando è cresciuto
nel mio cuore, senza venire mai espresso. Non serve che nessuno lo sappia. Ora
che il posto in cui sono non è più sicuro, la sensazione che avevo represso
minaccia di uscire.
"Pat,
so che vuoi stare da solo, ma puoi chiamarmi se hai bisogno di qualcosa."
"Vado
a bere con Gon."
Par
annuisce e scompare nella sua stanza, lasciandomi cadere ancora di più in
questa sensazione di solitudine così incasinata.
Non
ho mai pensato ad un giorno in cui Pran avrebbe scelto qualcuno come suo numero
uno, invece di me. Ora che sono stato trattato così freddamente, mi sento come
se il cielo stesse cadendo.
Sono
l'unico che sta sviluppando questo sentimento.
Il
calore è evaporato dopo essermi ubriacato, non in modo così eccessivo da essere
da buttare, ma abbastanza ubriaco.
Non
ero sicuro se Jor l'avesse detto a Nat, e se lei stesse già aspettando al
solito bar. Beh, non è così importante come il posto in cui siamo finiti. Non
riuscivo a dormire e ho passato l'intera notte cercando di smettere di pensare
così tanto.
Perché
mi importa così tanto di Pran?
"Pat,
te ne vai ora? È ancora presto."
Vengo
fermato dalla voce di una ragazza nel momento in cui mi rimetto i pantaloni.
Erano sul pavimento accanto al letto insieme ad un reggiseno. Ora sono in un
appartamento elegante, abbastanza lontano dall'università. La luce è stata
spenta qualche momento fa, dopo che Nat si è addormentato esausto. Senza
disturbare il sonno della ragazza, mi faccio strada con la luce che entra dalle
finestre e mi vesto. Mentre giravo la
mia camicia bianca, una scatola di preservativi cade a terra svegliandola.
"Hai
lezione?"
"No.
Devo correre a casa. Mia sorella sta aspettando."
"Ehi,
sei un uomo adulto. Perché è così preoccupata per te? Non puoi coccolarmi un
po' prima di cercare qualcosa da mangiare insieme?"
Non
rispondo e nel mentre mi abbottono la camicia. Nat si alza dal materasso, nuda,
e mettendosi dietro di me, mi avvolge le braccia attorno dolcemente.
"Per
favore."
"Non
sei stanca? Riposati."
Lo
sono, terribilmente, ma sono disponibile se vuoi un altro round. Stai un po' di
più. È così difficile raggiungerti."
"Andiamo,
Nat." Ringhio mentre mi tocca il petto con le unghie. Mi sbottona la
camicia, appoggia il mento sulla mia spalla, e mi bacia dolcemente il collo.
"Come
sei crudele."
"Ti
chiamerò."
"Lo
dici sempre. Hai promesso di incontrarci e sei scomparso."
"Non
cercare di litigare, Nat. Era quello che volevamo entrambi. Non l'avrei fatto
se tu avessi detto no" spiego mentre mi accendo una sigaretta. Nat mi
toglie le mani di dosso e si siede sul
letto, irritata.
"Quindi,
è così?"
"Nat...
D'accordo, se hai bisogno delle scuse, mi dispiace."
"Non
scherzare con me Pat."
"Che
ne dici se ci incontrassimo ancora? Va bene?"
Vedendo
la sua espressione arrabbiata, parlo più gentilmente e mi riabbottono la
camicia. Le bacio la guancia per calmarla.
"Voglio
solamente che ti riposi."
E
anche io ho bisogno di riposare.
La
proprietaria della stanza sospira e finalmente mi lascia andare. Afferro il mio
telefono morto, il borsellino e prendo un taxi. I miei occhi si chiudono lungo
la via verso casa, e io raggiungo la destinazione dopo un po'. Ripeto la mia
routine, premendo il pulsante dell'ascensore, guardando il cambiamento dei
numeri sopra la mia testa, e sbloccando la porta. Par probabilmente è
all'università adesso. Tuttavia, quando la porta si sblocca, viene tirata da
dentro.
"Dove
sei stato, Pat?"
Par
ha ancora gli stessi vestiti della sera prima, i suoi occhi sono scavati, come
se non avesse dormito. La sua voce è dura e rauca.
"Non
sono riuscita a raggiungere né te, né i tuoi amici. Hai la minima idea di
quanto fossi preoccupata?"
Par,
clamati. Mi dispiace." Mi colpisce con tutta la sua forza prima di
scoppiare in lacrime e abbracciarmi. Par solitamente non è così emotiva, e so
il perché. Lei crede che la mia litigata con Pran sia abbastanza grave. Anche
se non ho mai detto una parola, Par capisce quanto Pran sia importante per me.
Ecco
perché la mia scomparsa l'ha fatta preoccupare al punto di aspettarmi per tutta
la notte.
"Cos'è
questo?"
Chiede
Par, tirandosi lentamente indietro. Io resto fermo, non sapendo cosa intenda.
Le sue emozioni mutano in arrabbiatura. Mi spinge ed entra con passo pesante
nella sua stanza, ed io mi avvicino velocemente per prendere il suo braccio.
Non ci importa un accidente delle porte non chiuse a chiave.
"Par,
perché sei sconvolta adesso? Mi dispiace. Ero ubriaco, così sono rimasta da
Gon."
"Hai
anche fatto sesso con lui?"
"Sei
impazzita?"
"Allora
cos'è il segno sul tuo collo?! Sei single. Non dirmi che eri così stressato che
hai fatto l'idiota in giro. Chi era la ragazza?!"
"Par,
calmati. Sono un adulto, lo sai."
"Dimmi
il suo nome. Non ti lascerò fare l'idiota con nessuno. Sei troppo
stupido."
"Par."
"Non
farmi tirare fuori la risposta da Gon."
"È
Nat." confesso per farla finire di parlare. Ma invece di finire questa
battaglia una volta per tutte, Par sembra arrabbiarsi ancora di più.
"È
Nat quella di Scienze, la cheerleader?"
"Sì."
"Che
hai fatto Pat?! Non lo sai chi è? Hai usato le protezioni? Non sarei sorpresa
se si lasciasse mettere incinta per ottenerti. E tu ti diplomerai presto. Sei
impazzito?"
"Par,
stai pensando troppo. Dimenticatelo e basta. Ho usato la protezione, quindi
smettila di lamentarti. Mi sono solo sfogato un po'."
"Sarai
in guai ancora più seri. Non associarti nuovamente a lei. Dammi il tuo
telefono."
"Il
mio telefono è morto."
"Dammelo!"
Passo
il telefono a mia sorella. Dal momento che ha passato una notte insonne, Par è
particolarmente arrabbiata, per cui mi arrendo. Le lascio il mio telefono e
torno indietro per chiudere la porta. Ma poi trovo qualcuno in mobile là
davanti. È così vicino che deve aver sentito ogni singola parola della mia
rumorosa litigata con Par. Il mio cuore si ferma, ma un'altra parte di me dice
che non me ne deve importare.
Pran
incontra i miei occhi, le sue labbra restano immobili, totalmente inespressive.
Mi fissa per un momento e guarda oltre, come se io non esistessi. Chiudo la
porta, entro nella mia stanza, mi stendo sul letto, e cerco di dormire.
Dev'essere che Fragrant non è al mio fianco. Anche se non ho dormito per quasi
ventiquattro ore, non riesco comunque ad addormentarmi.
Dato
che non c'era verso che io riuscissi a dormire, sono andato all'università per
seguire le lezioni prima dell'una. Non ho portato il mio telefono e ho lasciato
Par dormire. Gon mi vede e sorride mentre Jor sembra turbato.
"Cosa
c'è? Guarda i tuoi occhi scavati. Quanti round la scorsa notte?"
"Stupido."
"Beh,
non hai avuto un'avventura con qualcuno per molto tempo. È passata un'eternità.
Non ricordo l'ultima volta che l'hai fatto." Gon sta ancora blaterando. Io
mi schiarisco la gola e lui continua. "Ho pensato che avresti saltato le
lezioni."
"Non
riuscivo a dormire."
"Beh,
hai usato tutta la tua energia la scorsa notte."
"Par
mi ha sgridato stamattina."
Gon
si zittisce dopo averlo sentito. Sappiamo tutti che indietreggio ogni volta che
Par è arrabbiata, non importa quanto sia banale il problema. Fortunatamente,
Par si arrabbia raramente senza una buona ragione.
"Lo
sapevo" commenta Jor. Io annuisco e basta, senza elaborare la situazione.
Tiro fuori il mio portatile dallo zaino e lavoro sul mio progetto mentre
aspetto il professore. "Pat, Nontachai ci ha chiamato per chiederti di
ieri."
"Mmh?
Ieri?"
"Vuole
vedere se ti fai vivo. Riguarda la lotta con quelli di architettura. Se succede
di nuovo, saremo messi tutti in libertà vigilata. Col fatto che ci diplomeremo
presto, non vuole che causiamo problemi, soprattutto tu" conclude il mio
migliore amico, il volto severo. Gon questa volta smette di scherzare dal momento
che è preoccupato per noi. "Ha sempre pensato che lottavamo come bambini,
per cui ha lasciato correre. Ma ieri, ha sentito che sei davvero andato fuori.
"Lo
vedrò dopo le lezioni."
"Probabilmente
ti dirà di non instillare odio verso i junior dell'altra facoltà."
"Ah
sì?" Mormoro. Se le cose non fossero andate in questo modo, avrei potuto
essere tutto sdolcinato con Pran come esempio per i junior, come vuole il capo
della facoltà.
Sospiro.
Pran
non mi ha mai odiato, ma probabilmente mi odia ora che ho fatto un casino col
suo amico.
Pran
è rimasto nella mia testa per più di quarantotto ore. Vado a vedere Nontachai
come ha detto Jor, ascolto la ramanzina prevedibile, e prometto che non
succederà più. Sono stato avvertito innumerevoli volte. Beh, per quattro anni i
miei senior mi hanno inculcato nella testa che queste due facoltà non sarebbero
mai potute essere in buoni rapporti. Questo rispecchia la rivalità fra la mia
famiglia e quella di Pran, di cui non sapevo esattamente quale fosse la causa.
In questo tipo di ambiente, l'odio passa di generazione in generazione,
iniziato prima ancora che potessimo individuarne l'origine. Può essere iniziato
allo stesso tempo in cui furono fondate le facoltà. I professori lo sapevano e
ci hanno avvertiti più che potevano. Alcuni pensano che sia ridicolo, ma i
senior no, esattamente come questo maledetto sistema.
Sospiro,
seduto al tavolo comune che si trova nell'atrio, fin dalle cinque. Pran non è
ancora tornato, ed io non riuscirò a dormire senza abbracciare Fragrant. Se
Fragrant non è al mio fianco, per lo meno il profumo di Pran mi farà sentire
meglio. Questo è il motivo per cui lo sto aspettando mentre lavoro al mio
progetto col Wi-Fi che c'è qui.
Ora
che sono solo, non posso evitare di pensare che ho causato un mucchio di
problemi alle persone intorno a me.
Pran
torna indietro intorno alle sei. Mi nota e distoglie lo sguardo. Io pretendo di
concentrarmi sul progetto, evitando di seguirlo immediatamente. Quando vedo
tornare l'ascensore, prendo le scale. Metto il mio portatile nella stanza e
prendo il cibo d'asporto che ho comprato per Pran e Par.
Busso
alla sua porta con le nocche, e il proprietario della stanza apre nel giro di
un minuto. Pran continua a rivolgermi uno sguardo indifferente esattamente come
prima.
"Cosa?"
"Fragrant."
Si
gira per prendere il mio coniglio senza invitarmi ad entrare. Quando ho preso
con successo la mia roba, restiamo entrambi in silenzio. Alla fine, Pran parla
per primo.
"La
ragazza con cui hai dormito la scorsa notte." I suoi occhi taglienti sono
fissi sul succhiotto viola sul mio collo, troppo scuro per essere cancellato o
coperto. Nat l'ha lasciato di proposito come prova di ciò che è accaduto la
scorsa notte. "Lei non è qualcuno con cui dovresti scherzare."
"Cosa
ti prende? Sei tu quello che lascia che quello lì si aggrappi a te."
"Ancora
non sai che hai fatto di sbagliato?"
"Quello
che ho fatto è sbagliato? Non vuoi che vada a letto con nessuna ragazza, eh? Se
non puoi farlo da solo, non andare in giro e impedire agli altri di farlo".
"Pat,
Wai è mio amico."
"Anche
Nat è mia amica. Gli amici possono scopare. Non c'è niente di strano. Pure tu
puoi scopare quel bastardo."
"Non
scherzare con me. Non sono dell'umore di litigare."
"Tanto
per cominciare, chi ti ha detto di infilare il naso nei miei affari? Posso
andare a letto con chiunque io voglia. E tu puoi dare del gelato a chiunque tu
voglia."
"Se
tua sorella non stesse piangendo così, non avrei nemmeno perso tempo a
menzionarlo. Non mi interessano i tuoi pasticci del cavolo".
"Oh,
vuoi dire che stai abbassando il tuo orgoglio per avvertirmi perché Par ti ha
chiesto di rimproverarmi? Wow, dovrei inginocchiarmi e ringraziarti?"
"Pat,
maledetto!" Mi strappa il colletto e io lo spingo rapidamente. Lui perde
l'equilibrio e cade contro la porta. Mi avvicino e lo blocco con le braccia.
"Cosa?
Vuoi prendermi a pugni?"
"Sì,
perché non posso? Tu mi hai colpito per primo. Fermo! Non avvicinarti!"
"Di
cosa diavolo hai paura? Non lo eri quando hai messo il naso nei miei affari.
Hai paura che verrai preso a pugni?" Faccio un sorrisetto diverso questa
volta. Pran spinge il mio petto più e più volte, ma le mani che usa per tenere
il taglierino e il modello della casa possono fare solo questo. È
maledettamente debole. Perché non dovrei conoscere la sua forza quando abbiamo
avuto così tante lotte prima? Mi avvicino ancora di più e alzo il suo mento con
una delle mie mani. "Lo sai che a parte prenderti a pugni, posso punirti
con un metodo diverso se fai troppo il cattivo?"
In
quel secondo, faccio quello che desidero. Premo la mia bocca sulle labbra su
cui ho gli occhi da sempre, baciandolo senza che mi importasse nulla del suo
disperato tentativo di resistere. Mordo le sue labbra come voglio. Gli blocco
il collo e lo bacio a mio piacimento prima di tirarmi indietro.
Lo
guardo silenziosamente. Il cibo e Fragrant sono sul pavimento. Pran sta
tremando dalla rabbia, la sua faccia diventata rossa. Questa vista mi fa
sorridere.
"Chiediti
ancora. Mi hai avvertito riguardo il dormire con altre perché te l'ha chiesto
Par o... sei geloso...?"

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