mercoledì 10 dicembre 2025

Behind The Scene (หลังม่าน) - |SCENA OTTO|

                                   Behind The Scene

(หลังม่าน)

~Original by everY, afterday; everY, -west-)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈‍ Saranghaeyo Asia🐈‍🐇~



|SCENA OTTO|
Pat|Talk

 

So che è la stanza di Pran, e lui ha tutti i diritti di accettare o cacciare qualcuno dalla sua stanza come gli pare. È un suo diritto farlo, ma sento il mio cuore cedere perché Pran non mi ha mai intimato di andarmene con uno sguardo così freddo. Sono sia arrabbiato che deluso dal fatto che Pran abbia scelto quel tizio, quella scimmia che sta sempre appiccicata a lui, invece di me, che conosce fin dall'infanzia.

Mi dimentico di Fragrant e torno nella mia stanza.

Sono solo pochi metri di distanza, eppure mi sembra passi un'eternità prima di riuscire a girare la maniglia. So che sono stato troppo duro con quel teppista, ma l'irritazione che avevo represso mi ha spinto a picchiarlo a sangue. Ho perso totalmente il controllo. Più pensavo a quanto Pran fosse gentile con lui, più volevo mettere fine alla sua esistenza. Non me ne fregava niente se moriva. Non mi importa. Beh, a chi importa? Oh... Giusto... Quello a cui importa è colui che mi ha buttato fuori dalla sua stanza pochi minuti prima. Fumavo dalla rabbia, e ammetto che mi sono sentito in colpa ad aver colpito Pran. Non mi sono trattenuto nonostante non fosse nelle mie intenzioni. Fin dai giorni della scuola primaria, non ho mai pensato di lottare con Pran al massimo della mia forza. Ero pieno di sensi di colpa. Pran era ferito fisicamente mentre io, emotivamente. Questo è il motivo per cui ero andato a scusarmi in modo sincero. Ma Pran non voleva ascoltare.

"Cosa c'è che non va Pat?" Mi chiede mia sorella dalla sua stanza, mentre si dipinge le unghie, vedendo che stavo in piedi davanti alla porta della mia stanza con sguardo vuoto. L'odore tagliente del solvente riempie la stanza. Normalmente me ne lamenterei. Ma ora, anche se Par si mette lo smalto nell'area comune, non ho il cuore di chiederle di metterselo in balcone come al solito. Sospiro una volta e guardo il mio pugno, quello che ho usato per colpire Pran. Mi sentirei di tornare lì a piagnucolare. Che diritto ha di farmi stare così male da avere voglia di piangere così?

"Qual è il problema Pat? È successo qualcosa?"

"Ho lottato con Pran."

"Ancora?" Par sospira prima di aggrottare le sopracciglia perché non le rispondo. "Che tipo di lotta? Fisica come ogni volta?"

"Sì, l'ho colpito, ma lui non l'ha fatto "

"Pat! Pran sta bene?"

"Dovresti andare a controllare."

"Perché non lo fai tu?"

"Lui probabilmente..." Mi fermo. Voglio medicare le sue ferite, ma immagino non sia più necessario. "...Non vuole vedere la mia faccia."

"È davvero arrabbiato con te? Non avete sistemato tempo fa? Perché vi siete picchiati? E in più, non avete parlato dopo la lotta. È inusuale."

"Mh" borbotto, evitando la domanda. Non posso dirlo a parole, ma odio quello la. Lo odio.

E, non m'importa se quello che ho fatto rende Pran ancora più nervoso nei miei confronti. Chiamami perdente se devi. Il sentimento possessivo nei confronti di Pran è reale.

"Perché non aspetti che prima si calmi e poi ci riprovi?"

"Al diavolo."

Questa è la mia risposta. Mi tolgo la maglietta della scuola e la butto sul letto, prima di buttarmi a terra. Non ho alcuna idea di quando abbia iniziato a sentirmi in questo modo. Da quello che ricordo, non importa quanto terribili fossero le nostre lotte e non importa quando arrabbiato o infelice Pran fosse, sarei sempre stato il suo numero uno quando eravamo soli. Quando è cresciuto nel mio cuore, senza venire mai espresso. Non serve che nessuno lo sappia. Ora che il posto in cui sono non è più sicuro, la sensazione che avevo represso minaccia di uscire.

"Pat, so che vuoi stare da solo, ma puoi chiamarmi se hai bisogno di qualcosa."

"Vado a bere con Gon."

Par annuisce e scompare nella sua stanza, lasciandomi cadere ancora di più in questa sensazione di solitudine così incasinata.

Non ho mai pensato ad un giorno in cui Pran avrebbe scelto qualcuno come suo numero uno, invece di me. Ora che sono stato trattato così freddamente, mi sento come se il cielo stesse cadendo.

Sono l'unico che sta sviluppando questo sentimento.

Il calore è evaporato dopo essermi ubriacato, non in modo così eccessivo da essere da buttare, ma abbastanza ubriaco.

Non ero sicuro se Jor l'avesse detto a Nat, e se lei stesse già aspettando al solito bar. Beh, non è così importante come il posto in cui siamo finiti. Non riuscivo a dormire e ho passato l'intera notte cercando di smettere di pensare così tanto.

Perché mi importa così tanto di Pran?

"Pat, te ne vai ora? È ancora presto."

Vengo fermato dalla voce di una ragazza nel momento in cui mi rimetto i pantaloni. Erano sul pavimento accanto al letto insieme ad un reggiseno. Ora sono in un appartamento elegante, abbastanza lontano dall'università. La luce è stata spenta qualche momento fa, dopo che Nat si è addormentato esausto. Senza disturbare il sonno della ragazza, mi faccio strada con la luce che entra dalle finestre e mi vesto.  Mentre giravo la mia camicia bianca, una scatola di preservativi cade a terra svegliandola.

"Hai lezione?"

"No. Devo correre a casa. Mia sorella sta aspettando."

"Ehi, sei un uomo adulto. Perché è così preoccupata per te? Non puoi coccolarmi un po' prima di cercare qualcosa da mangiare insieme?"

Non rispondo e nel mentre mi abbottono la camicia. Nat si alza dal materasso, nuda, e mettendosi dietro di me, mi avvolge le braccia attorno dolcemente.

"Per favore."

"Non sei stanca? Riposati."

Lo sono, terribilmente, ma sono disponibile se vuoi un altro round. Stai un po' di più. È così difficile raggiungerti."

"Andiamo, Nat." Ringhio mentre mi tocca il petto con le unghie. Mi sbottona la camicia, appoggia il mento sulla mia spalla, e mi bacia dolcemente il collo.

"Come sei crudele."

"Ti chiamerò."

"Lo dici sempre. Hai promesso di incontrarci e sei scomparso."

"Non cercare di litigare, Nat. Era quello che volevamo entrambi. Non l'avrei fatto se tu avessi detto no" spiego mentre mi accendo una sigaretta. Nat mi toglie le mani di dosso  e si siede sul letto, irritata.

"Quindi, è così?"

"Nat... D'accordo, se hai bisogno delle scuse, mi dispiace."

"Non scherzare con me Pat."

"Che ne dici se ci incontrassimo ancora? Va bene?"

Vedendo la sua espressione arrabbiata, parlo più gentilmente e mi riabbottono la camicia. Le bacio la guancia per calmarla.

"Voglio solamente che ti riposi."

E anche io ho bisogno di riposare.

La proprietaria della stanza sospira e finalmente mi lascia andare. Afferro il mio telefono morto, il borsellino e prendo un taxi. I miei occhi si chiudono lungo la via verso casa, e io raggiungo la destinazione dopo un po'. Ripeto la mia routine, premendo il pulsante dell'ascensore, guardando il cambiamento dei numeri sopra la mia testa, e sbloccando la porta. Par probabilmente è all'università adesso. Tuttavia, quando la porta si sblocca, viene tirata da dentro.

"Dove sei stato, Pat?"

Par ha ancora gli stessi vestiti della sera prima, i suoi occhi sono scavati, come se non avesse dormito. La sua voce è dura e rauca.

"Non sono riuscita a raggiungere né te, né i tuoi amici. Hai la minima idea di quanto fossi preoccupata?"

Par, clamati. Mi dispiace." Mi colpisce con tutta la sua forza prima di scoppiare in lacrime e abbracciarmi. Par solitamente non è così emotiva, e so il perché. Lei crede che la mia litigata con Pran sia abbastanza grave. Anche se non ho mai detto una parola, Par capisce quanto Pran sia importante per me.

Ecco perché la mia scomparsa l'ha fatta preoccupare al punto di aspettarmi per tutta la notte.

"Cos'è questo?"

Chiede Par, tirandosi lentamente indietro. Io resto fermo, non sapendo cosa intenda. Le sue emozioni mutano in arrabbiatura. Mi spinge ed entra con passo pesante nella sua stanza, ed io mi avvicino velocemente per prendere il suo braccio. Non ci importa un accidente delle porte non chiuse a chiave.

"Par, perché sei sconvolta adesso? Mi dispiace. Ero ubriaco, così sono rimasta da Gon."

"Hai anche fatto sesso con lui?"

"Sei impazzita?"

"Allora cos'è il segno sul tuo collo?! Sei single. Non dirmi che eri così stressato che hai fatto l'idiota in giro. Chi era la ragazza?!"

"Par, calmati. Sono un adulto, lo sai."

"Dimmi il suo nome. Non ti lascerò fare l'idiota con nessuno. Sei troppo stupido."

"Par."

"Non farmi tirare fuori la risposta da Gon."

"È Nat." confesso per farla finire di parlare. Ma invece di finire questa battaglia una volta per tutte, Par sembra arrabbiarsi ancora di più.

"È Nat quella di Scienze, la cheerleader?"

"Sì."

"Che hai fatto Pat?! Non lo sai chi è? Hai usato le protezioni? Non sarei sorpresa se si lasciasse mettere incinta per ottenerti. E tu ti diplomerai presto. Sei impazzito?"

"Par, stai pensando troppo. Dimenticatelo e basta. Ho usato la protezione, quindi smettila di lamentarti. Mi sono solo sfogato un po'."

"Sarai in guai ancora più seri. Non associarti nuovamente a lei. Dammi il tuo telefono."

"Il mio telefono è morto."

"Dammelo!"

Passo il telefono a mia sorella. Dal momento che ha passato una notte insonne, Par è particolarmente arrabbiata, per cui mi arrendo. Le lascio il mio telefono e torno indietro per chiudere la porta. Ma poi trovo qualcuno in mobile là davanti. È così vicino che deve aver sentito ogni singola parola della mia rumorosa litigata con Par. Il mio cuore si ferma, ma un'altra parte di me dice che non me ne deve importare.

Pran incontra i miei occhi, le sue labbra restano immobili, totalmente inespressive. Mi fissa per un momento e guarda oltre, come se io non esistessi. Chiudo la porta, entro nella mia stanza, mi stendo sul letto, e cerco di dormire. Dev'essere che Fragrant non è al mio fianco. Anche se non ho dormito per quasi ventiquattro ore, non riesco comunque ad addormentarmi.

Dato che non c'era verso che io riuscissi a dormire, sono andato all'università per seguire le lezioni prima dell'una. Non ho portato il mio telefono e ho lasciato Par dormire. Gon mi vede e sorride mentre Jor sembra turbato.

"Cosa c'è? Guarda i tuoi occhi scavati. Quanti round la scorsa notte?"

"Stupido."

"Beh, non hai avuto un'avventura con qualcuno per molto tempo. È passata un'eternità. Non ricordo l'ultima volta che l'hai fatto." Gon sta ancora blaterando. Io mi schiarisco la gola e lui continua. "Ho pensato che avresti saltato le lezioni."

"Non riuscivo a dormire."

"Beh, hai usato tutta la tua energia la scorsa notte."

"Par mi ha sgridato stamattina."

Gon si zittisce dopo averlo sentito. Sappiamo tutti che indietreggio ogni volta che Par è arrabbiata, non importa quanto sia banale il problema. Fortunatamente, Par si arrabbia raramente senza una buona ragione.

"Lo sapevo" commenta Jor. Io annuisco e basta, senza elaborare la situazione. Tiro fuori il mio portatile dallo zaino e lavoro sul mio progetto mentre aspetto il professore. "Pat, Nontachai ci ha chiamato per chiederti di ieri."

"Mmh? Ieri?"

"Vuole vedere se ti fai vivo. Riguarda la lotta con quelli di architettura. Se succede di nuovo, saremo messi tutti in libertà vigilata. Col fatto che ci diplomeremo presto, non vuole che causiamo problemi, soprattutto tu" conclude il mio migliore amico, il volto severo. Gon questa volta smette di scherzare dal momento che è preoccupato per noi. "Ha sempre pensato che lottavamo come bambini, per cui ha lasciato correre. Ma ieri, ha sentito che sei davvero andato fuori.

"Lo vedrò dopo le lezioni."

"Probabilmente ti dirà di non instillare odio verso i junior dell'altra facoltà."

"Ah sì?" Mormoro. Se le cose non fossero andate in questo modo, avrei potuto essere tutto sdolcinato con Pran come esempio per i junior, come vuole il capo della facoltà.

Sospiro.

Pran non mi ha mai odiato, ma probabilmente mi odia ora che ho fatto un casino col suo amico.

Pran è rimasto nella mia testa per più di quarantotto ore. Vado a vedere Nontachai come ha detto Jor, ascolto la ramanzina prevedibile, e prometto che non succederà più. Sono stato avvertito innumerevoli volte. Beh, per quattro anni i miei senior mi hanno inculcato nella testa che queste due facoltà non sarebbero mai potute essere in buoni rapporti. Questo rispecchia la rivalità fra la mia famiglia e quella di Pran, di cui non sapevo esattamente quale fosse la causa. In questo tipo di ambiente, l'odio passa di generazione in generazione, iniziato prima ancora che potessimo individuarne l'origine. Può essere iniziato allo stesso tempo in cui furono fondate le facoltà. I professori lo sapevano e ci hanno avvertiti più che potevano. Alcuni pensano che sia ridicolo, ma i senior no, esattamente come questo maledetto sistema.

Sospiro, seduto al tavolo comune che si trova nell'atrio, fin dalle cinque. Pran non è ancora tornato, ed io non riuscirò a dormire senza abbracciare Fragrant. Se Fragrant non è al mio fianco, per lo meno il profumo di Pran mi farà sentire meglio. Questo è il motivo per cui lo sto aspettando mentre lavoro al mio progetto col Wi-Fi che c'è qui.

Ora che sono solo, non posso evitare di pensare che ho causato un mucchio di problemi alle persone intorno a me.

Pran torna indietro intorno alle sei. Mi nota e distoglie lo sguardo. Io pretendo di concentrarmi sul progetto, evitando di seguirlo immediatamente. Quando vedo tornare l'ascensore, prendo le scale. Metto il mio portatile nella stanza e prendo il cibo d'asporto che ho comprato per Pran e Par.

Busso alla sua porta con le nocche, e il proprietario della stanza apre nel giro di un minuto. Pran continua a rivolgermi uno sguardo indifferente esattamente come prima.

"Cosa?"

"Fragrant."

Si gira per prendere il mio coniglio senza invitarmi ad entrare. Quando ho preso con successo la mia roba, restiamo entrambi in silenzio. Alla fine, Pran parla per primo.

"La ragazza con cui hai dormito la scorsa notte." I suoi occhi taglienti sono fissi sul succhiotto viola sul mio collo, troppo scuro per essere cancellato o coperto. Nat l'ha lasciato di proposito come prova di ciò che è accaduto la scorsa notte. "Lei non è qualcuno con cui dovresti scherzare."

"Cosa ti prende? Sei tu quello che lascia che quello lì si aggrappi a te."

"Ancora non sai che hai fatto di sbagliato?"

"Quello che ho fatto è sbagliato? Non vuoi che vada a letto con nessuna ragazza, eh? Se non puoi farlo da solo, non andare in giro e impedire agli altri di farlo".

"Pat, Wai è mio amico."

"Anche Nat è mia amica. Gli amici possono scopare. Non c'è niente di strano. Pure tu puoi scopare quel bastardo."

"Non scherzare con me. Non sono dell'umore di litigare."

"Tanto per cominciare, chi ti ha detto di infilare il naso nei miei affari? Posso andare a letto con chiunque io voglia. E tu puoi dare del gelato a chiunque tu voglia."

"Se tua sorella non stesse piangendo così, non avrei nemmeno perso tempo a menzionarlo. Non mi interessano i tuoi pasticci del cavolo".

"Oh, vuoi dire che stai abbassando il tuo orgoglio per avvertirmi perché Par ti ha chiesto di rimproverarmi? Wow, dovrei inginocchiarmi e ringraziarti?"

"Pat, maledetto!" Mi strappa il colletto e io lo spingo rapidamente. Lui perde l'equilibrio e cade contro la porta. Mi avvicino e lo blocco con le braccia.

"Cosa? Vuoi prendermi a pugni?"

"Sì, perché non posso? Tu mi hai colpito per primo. Fermo! Non avvicinarti!"

"Di cosa diavolo hai paura? Non lo eri quando hai messo il naso nei miei affari. Hai paura che verrai preso a pugni?" Faccio un sorrisetto diverso questa volta. Pran spinge il mio petto più e più volte, ma le mani che usa per tenere il taglierino e il modello della casa possono fare solo questo. È maledettamente debole. Perché non dovrei conoscere la sua forza quando abbiamo avuto così tante lotte prima? Mi avvicino ancora di più e alzo il suo mento con una delle mie mani. "Lo sai che a parte prenderti a pugni, posso punirti con un metodo diverso se fai troppo il cattivo?"

In quel secondo, faccio quello che desidero. Premo la mia bocca sulle labbra su cui ho gli occhi da sempre, baciandolo senza che mi importasse nulla del suo disperato tentativo di resistere. Mordo le sue labbra come voglio. Gli blocco il collo e lo bacio a mio piacimento prima di tirarmi indietro.

Lo guardo silenziosamente. Il cibo e Fragrant sono sul pavimento. Pran sta tremando dalla rabbia, la sua faccia diventata rossa. Questa vista mi fa sorridere.

"Chiediti ancora. Mi hai avvertito riguardo il dormire con altre perché te l'ha chiesto Par o... sei geloso...?"

 

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