Behind The Scene
(หลังม่าน)
~Original by everY, afterday; everY, -west-)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈 Saranghaeyo Asia🐈🐇~
|SCENA NOVE|
Pran|Talk
Ammetto di essere stato arrabbiato con Pat per giorni, così arrabbiato
che non volevo guardare la sua faccia nemmeno per un attimo. Inoltre, ero
arrabbiato con me stesso perché non ero riuscito a controllare le mie emozioni
e le mie parole. Avevo solo bisogno di un po' di tempo da solo per
riorganizzare la mente, sapendo di essere stato irragionevole.
Provavo del risentimento per lui e pensavo a lui in modo negativo.
Dovrei almeno calmarmi così da non lasciare che le mie emozioni prendano il
sopravvento e finiscano per farmi male come l'altro giorno.
Ma giudicando dalle sue azioni adesso... questo cane pazzo non capisce niente.
Il mio collo è bloccato e tirato in avanti. Le labbra di Pat premono così
aggressivamente contro le mie, che i miei occhi si spalancano. Riesco a sentire
i suoi denti affilati mordere il mio labbro inferiore. La forza fa dolere la
mia guancia ferita. Provo a liberarmi, ma lui usa la sua sorprendente forza oer
tenermi fermo solamente con due braccia.
Quanto tempo è passato da che ho combattuto seriamente con lui? Sono
incredibilmente esasperato.
Nel secondo in cui mi tira indietro, le sue parole fanno quasi scatenare delle
lacrime per la rabbia.
"Chiediti ancora. Mi hai avvertito riguardo il dormire con altre perché te
l'ha chiesto Par o... sei geloso...?"
Il suo sorriso è l'ultima goccia.
THUD!!
Colpisco la sua mascella col mio pugno senza trattenermi e gli tiro un calcio
nello stomaco che lo fa volare fuori dalla porta.
"Vattene al diavolo lontano da me Pat!"
BANG!!
La porta sbatte facendo tremare il soffitto. Alcune bottiglie sulla mensola
vicino alla porta rotolano giù e cadono sul pavimento. I coperchi si tolgono e
il liquido all'interno esce fuori, disordinato come la mia mente. Sento il mio
labbro inferiore pulsare. Mi lecco le labbra gonfie e aggrotto le sopracciglia.
THUD!
"Diavolo!!"
Dò un pugno al muro e impreco ad alta voce prima di crollare a terra. Poggio la
schiena contro la porta e alzo lo sguardo per guardare il soffitto, mi sento
gli occhi caldi ma non scende ancora nessuna lacrima.
Pat mi ha baciato... Cosa diamine era quello?
Dopo aver presentato il compito e dopo che l'argomento della mia tesi è stato
approvato, inizio a pianificare il calendario del progetto per recuperare il
ritardo con la presentazione successiva.
Col passare del tempo, quelli a cui venivano disapprovati gli argomenti erano
occupati ad incontrarsi con i loro supervisori. Ke e Golf non si erano visti da nessuna parte per giorni. L'ultima
volta che li ho visti è stato due giorni fa. I loro progetti continuano a venire
rigettati, quindi devono chiamare i loro senior per chiedere nuovi design.
Abbiamo molto tempo libero in questi giorni perché il credito della tesi è già
contato come fosse dieci. Spendiamo il tempo principalmente lavorandoci sopra e
facciamo combaciare il nostro tempo libero con il supervisore per avere la
valutazione.
Oggi, sono in biblioteca fin dal pomeriggio.
"Pran! Sei qui."
Guardando in alto, vedo Wai sorridere da lontano.
"Hai finito con la valutazione dell'argomento?"
Lui annuisce raggiante. "Sì."
"Sorridendo in quel modo, dev'essere una buona notizia."
"Sì, finalmente è stato approvato. Mi sono quasi messo in ginocchio"
dice Wai, sedendosi accanto a me. Ricambio il sorriso e continuo a leggere.
"Pran..."
"Mh."
"Stai avendo problemi col progetto?"
"No." Distolgo gli occhi dal grosso libro pieno di dimensioni del
corpo umano confrontate con oggetti con descrizioni in inglese, e lo guardo.
"Perché?" Wai sorride imbarazzato.
La maggior parte della ferite sul suo volto erano guarite, tranne l'angolo
della sua bocca. Si erano cominciate a formare delle croste. Alcuni giorni
prima la garza sulla sua guancia era stata sostituita con un piccolo cerotto.
"Gli altri ragazzi hanno paura di te. Recentemente stai emettendo
quest'aura assassina."
"...Sto bene."
"È così da giorni ormai. Puoi dirmi cos'è successo."
"Non è niente. Sto bene... Sono solo annoiato."
"Di cosa? Potrebbe non riguardare questo, e non sono sicuro se sia tutto
solamente nella mia testa. Nel senso, ti stai comportando in modo strano dal
giorno in cui ho avuto quella lotta."
Mi irrigidisco, ricordando la vista di Pat impazzire contro al mio amico, la
vista di me che cerco di fermarlo venendo colpito alla guancia, la vista di noi
che lottiamo seriamente, e noi che ci incontriamo con gli occhi, ignorandoci
l'un l'altro, e andando per le nostre strade senza scambiarci sguardi o
sorrisetti. E quell'assurdo incidente di tre giorni fa...
"Sono solo annoiato... annoiato di lottare."
"Pran." Non so se la mia espressione sia così terribile al punto da
far addolcire la voce di Wai in questo modo. "Mi dispiace."
"Di cosa?" Dò uno sguardo alla sua faccia colpevole e rido.
"Perché hai quest'area colpevole sul viso?"
La persona che dovrebbe scusarsi... non si sente nemmeno in colpa.
"Sono stato frettoloso."
"Non sono arrabbiato con te. Non è colpa di nessuno." Abbasso la
testa e chiudo il libro. "Ma sono davvero stufo di lottare."
"Lo so."
Annuisco facendo capire che non parlerò più di questo, e riapro il libro.
"Vuoi andare a bere qualcosa stasera?"
Hai sentito una parola di quello che ho detto? "Ci cacciamo sempre in
qualche lotta quando beviamo."
"Andiamo, rilassiamoci dal momento che i nostri argomenti sono passati.
Lavoreremo giorno e notte da adesso in poi. Perché non ci divertiamo per
l'ultima volta?" Sorride lui. "Prometto che non causerò nessun
guaio."
"Come se potessi fermarti."
"Ti proverò che non sono più frettoloso."
"...Come ti pare."
Ci separiamo davanti al mio condominio, accettando di incontrarci qui alle
19,30. Porto i rotoli dei miei progetti e i libri presi in prestito al piano di
sopra nell'ascensore.
Quando raggiungo la mia stanza, Par apre la porta.
"Oh, Pran."
Mi saluta con una voce dolce, sorridendo.
Il suo sorriso è così adorabile, a differenza di quel sorrisetto fastidioso che
ha suo fratello.
Le sorrido a mia volta.
"Salti le lezioni?"
"Non ho lezioni pomeridiane oggi. Sono qui per prendere la mia roba.
Guarderò un film con i miei amici questa sera."
"Come andrai lì?"
"Un taxi" risponde lei, chiudendo la porta. "Incontrerò i miei
amici alla lobby."
"Vuoi che ti dia un passaggio?"
"Va tutto bene, non disturbarti" rifiuta Par, agitando le sue mani
velocemente.
Par è sempre carina con me. Non riesco affatto ad immaginarla mentre incrocia
le braccia e sgrida Pat come una madre inferocita. In tutto questo tempo è
sempre stata gentile ed educata con me. Forse è a causa dell'incidente
dell'annegamento successo quando eravamo bambini. Mi fa sentire come se lei
fosse mia sorella, e anche lei pensa a me come ad un fratello.
"Stai attenta."
"Pran."
"Sì?" Alzo il sopracciglio. Il suo dolce sorriso svanisce,
rimpiazzato da un'espressione preoccupata.
"Cosa c'è che non va?"
"Ancora non vuoi fare pace con Pat?"
"..."
"Sei davvero arrabbiato con lui?"
Premo le labbra e abbasso lo sguardo.
"Pat passa le notti nella nostra stanza, ma torna indietro tardi e si
ubriaca ogni giorno. È rimasto in silenzio anche quando mi sono lamentata...
Non sembra per niente se stesso" racconta Par, con voce stressata.
Pat ha la minima idea che la sua amata sorella è così preoccupata per colpa
sua?
"Sono preoccupata per Pat."
Io continuo a non parlare, non sapendo cosa dire, incapace di uscirmene con
parole confortanti. Questo è perché non è un problema di qualcun altro. Ci sono
dentro anche io.
"So che Pat è irriverente, schifoso, egocentrico, narcisista e ti causa
solo guai." Wow... Sua sorella è migliore di me nel criticare. "Ma
per Pat... Tu sei davvero importante."
Il mio cuore inizia a battere con questa strana ed inspiegabile sensazione.
Batte più forte, facenedomi irritare. Non ricordo l'ultima volta che ho
incontrato gli occhi di Pat. Nei giorni passati camminavo su altre strade ogni
volta che ci scontravamo. Possiamo dire che stavo lo stavo evitando.
Non sono ancora pronto per parlarne.
"Ho capito. Goditi il film e prenditi cura di te stessa. Non tornare a
casa tardi."
"È perché sei così carino." La voce di Par diventa un po' più accesa.
Le ritorna il sorriso. "Mi arrabbio ogni volta che mio fratello ti
infastidisce."
"Non ho snack per te per ripagarti di tutti i complimenti."
"Non voglio snack. Mi faranno diventare grassa." Dò uno sguardo ai
fianchi di Par, così minuti che posso avvolgerli con le punte delle dita.
"Voglio solo che perdoni Pat."
Le scompiglio i capelli e le sorrido in modo confortante. "Vai a vedere il
film. I tuoi amici stanno aspettando."
"Ci vediamo dopo, allora."
Annuisco, guardandola finché non scompare nell'ascensore, ed entro nella mia
stanza. Mi sbottono la camicia e la butto nel cesto della biancheria, poi mi
tolgo la cintura prima di sdraiarmi sul divano con le braccia sotto la testa.
Pat ed io siamo cresciuti insieme. Ne abbiamo passate tante. Anche se non ho
mai avuto intenzione di dirgli nulla, abbiamo finito per sapere più cose l'uno
dell'altro. Pat è stata la prima persona a scoprire la mia professione
preferita, e io sapevo in quale università desiderava entrare.
Le nostre decisioni si sono spesso rivelate simili, il che ha portato a
discussioni su chi avesse copiato chi. Ci conosciamo così bene che possiamo
dire cosa pensa l'altro semplicemente guardandoci negli occhi. Capiamo i
reciproci sentimenti senza doverli dire.
Ci odiamo, litighiamo e ci scagliamo l'un l'altro, eppure siamo l'ultima
risorsa l'uno dell'altro. Ci sono stati momenti in cui ho guardato il volto di
Pat mentre curavo le sue ferite e mi sono chiesto cosa significasse per me. Non
siamo migliori amici che stanno fianco a fianco o vanno ovunque insieme. Non
possiamo uscire insieme liberamente.
Anche così, non siamo in cattivi rapporti.
Per la cronaca, una volta ho cenato con Pat. Era nel bel mezzo della notte e il
posto era abbastanza lontano in modo che i nostri conoscenti non ci potessero
vedere.
Il nostro rapporto è inspiegabilmente strano. Col passare del tempo, i
sentimenti complicati sono diventati qualcosa a cui ci siamo abituati... Siamo
abituati ad averci intorno e a litigare senza mai portare rancore.
Guardo fuori dalla finestra, osservando le nuvole che fluttuano nel cielo e
lasciando che i miei pensieri volino via con loro.
"È piuttosto affollato", dico dopo aver perlustrato la stanza con gli
occhi e non aver trovato nessun tavolo vuoto.
"È colpa tua. Sei in ritardo di un ora e mezza."
"Mi sono addormentato. Scusa."
"Questo è vuoto."
Wai indica l'angolo del bar. C'è un piccolo tavolo con non meno di quattro
posti a sedere. Mi trascina per il braccio e si dirige lì. Ci sistemiamo e
chiamiamo il cameriere per ordinare i nostri soliti piatti. Il cibo e i drink
vengono serviti in poco tempo. Io e Wai mescoliamo le nostre bevande e facciamo
tintinnare i bicchieri.
Di solito al bar ci andiamo in gruppo. Ci rilassiamo e ci divertiamo come tutti
gli altri ragazzi.
Ma se noi due beviamo da soli senza invitare altre persone, significa che
vogliamo liberarci la mente da tutto.
Wai inizia un discorso di tanto in tanto, non sempre. Mi concede dei momenti
tranquilli con me stesso e batte il suo bicchiere con il mio, di tanto in
tanto, come per farmi sapere che è ancora qui.
Al bar, oltre a bere, le ragazze sono una delle cose per cui la gente viene. Io
però non ho alcun interesse in questa faccenda. Forse è perché sono solo troppo
schizzinoso che non ho mai voglia di avere una relazione con nessuno. Potete
dire che non ho trovato qualcuno che mi intrighi abbastanza. Le ragazze hanno
cercato di avvicinarmi ma subito dopo aver percepito il mio silenzioso rifiuto,
hanno rivolto la loro attenzione ai miei amici.
A differenza mia, Pat è amichevole e non
flirta, ma non è inavvicinabile. Per farla semplice, le qualità di Pat... sono
l'esatto opposto delle mie.
La mia mano si blocca nell'aria prima ancora che io riesca a bere un altro
sorso, mentre il mio sguardo si posa sulla stessa persona a cui ho pensato poco
fa. Non so da quanto tempo Pat si trovi lì e da quanto mi stia fissando.
Vedi...? Non importa quanto duramente io cerchi di evitarlo, questo strano
mondo continua a scagliarci l'uno contro l'altro.
Accanto a Pat c'è una bella ragazza che si sta accoccolando contro di lui.
Se non mi sbaglio, questa è la ragazza di cui Par mi ha parlato giorni fa. È
Nat, la cheerleader di scienze.
Molti mi hanno detto che lei è pericolosa: non rinuncia mai ai suoi obbiettivi.
Scuoto la testa, compatendo lo stesso idiota che una volta si è fatto ingannare
e ha perso più di centomila dollari a causa di una ragazza. Pat non è mai stato
abbastanza intelligente per potersi proteggere.
Quegli occhi feroci sono fissi su di me mentre la sua mano accarezza quella
vita sottile. Pat si china fino a quando il suo naso tocca la testa della
ragazza accanto a lui. Nat ridacchia e si aggrappa ulteriormente a lui,
salendogli quasi in braccio. La sua mano gli disegna il petto e il collo
passandoci sopra il dito. Quando sono abbastanza vicini da potersi quasi
strappare i vestiti di dosso e diventare una cosa sola, distolgo lo sguardo.
"Tutto bene?" Chiede Wai abbassandosi un pochino per guardarmi negli
occhi.
"Sì."
"Non sembri state bene. Devi aver bevuto troppo" osserva Wai e mi
porta via il bicchiere. Non sapevo di aver bevuto così tanto.
"Uhm" mormoro mentre mi massaggio le tempie.
"Sono stanco."
"Stai bene? Dovremmo andare?"
"Tu puoi andare avanti a bere."
"Come potrei? Dovresti vederti allo specchio. La tua faccia è rossa come
un gambero cotto."
Sforzo un sorriso, sentendomi la testa pesante. Potrei avere la febbre. La
tensione nel mio petto si intensifica come se fossi allergico all'alcol.
"Andiamo. Ti accompagno a casa."
Annuisco.
Prima di lasciare insieme il bar, Wai si occupa del conto, e io smetto di
guardare quello là.

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