Behind The Scene
(หลังม่าน)
~Original by everY, afterday; everY, -west-)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈 Saranghaeyo Asia🐈🐇~
|SCENA DIECI|
Pat|Talk
Se n'è andato!
In tutta onestà, non sapevo che Pran sarebbe stato qui, soprattutto da solo con
quella scimmia.
Lui lo sa. Sa qual è il posto in cui vado a scaricare lo stress e ad ubriacarmi
prima di tornare a casa. Oggi non è diverso: sono andato a lezione e sono
venuto al bar per stare con Gon e i ragazzi.
Nat è arrivata qui prima per aspettarmi, dato che non è riuscita a contattarmi
per giorni.
Non è una sorpresa. Come avrebbe potuto raggiungermi dopo che mia sorella
l'aveva bloccata ovunque? Nat non si sarebbe abbassata fino al punto di
prendere il telefono di qualcuno per contattarmi, quindi si è comportata come
se ci fossimo incontrati per caso.
So tutto. Perché tutti pensano che sia stupido? Ho commesso un errore una volta
e non mi fiderò più di nessuno così facilmente. Stare al gioco con le ragazze
non significa non riuscire a capire le loro vere intenzioni. Lo faccio solo per
verificare la mia popolarità. Non lascerò che mi colgano impreparato.
La persona che desidero provi a prendermi si è alzata ed è andata via con quel
mascalzone con la faccia imbronciata. Non sembrava stesse bene e la sua faccia
era tutta rossa.
Quel ragazzo l'ha fatto ubriacare?
"Pat, dove stai andando?"
Lascio i soldi sul tavolo e ci metto sopra il bicchiere. Nat mi stringe il
braccio senza tregua mentre mi alzo. Jor e i ragazzi ci guardano, ma nessuno
cerca di fermare la litigata.
"Me ne sto andando. Ho una cosa da fare."
"Che cosa? Stai scappando ancora?"
"Lasciami solo Nat."
"Come posso farlo quando..."
"Nat, dormire insieme non significa che usciamo insieme. Era quello che TU
volevi. Non sto giocando con te o altro" sussurro a denti stretti,
togliendo le sue mani dal mio braccio. Ora capisco cosa intendeva Par quando ha
detto che sarei stato in guai ancora più seri.
"Sai bene che alcune persone separano sesso e amore. Sono una di quelle.
Credo che anche tu lo sia."
"Di cosa diavolo stai parlando Pat?"
"Cosa vuoi che faccia dal momento che non possiamo uscire insieme?"
Sospiro e me ne vado dal bar. Nat mi segue con i suoi tacchi alti, facendo
jogging tra la folla. Mi afferra di nuovo il braccio. Dannazione! La cosa sta
diventando fastidiosa.
"Non puoi farlo Pat. Le persone pensano che stiamo insieme. Come puoi dire
di non aver sentimenti per me quando le persone hanno già frainteso?"
"Nat, ho un segreto che voglio che tu sia la prima persona a
conoscere" ringhio, togliendo il braccio dalla sua presa.
Non c'è speranza di raggiungere Pran ora. Mi sento a disagio, ma devo porre
fine a questa faccenda.
"Penso che potrei essere gay. Ero col cuore spezzato e stressato, e sei arrivata tu. Il sesso quella notte è
stato grandioso. È stato fantastico, ma comunque non è riuscito a fermarmi
dall'essere innamorato di quell'uomo. Posso fare sesso con le ragazze, ma non
posso cancellare i miei sentimenti per lui. Mi dispiace."
Nat finalmente lascia andare le mie mani. Le sue labbra rosse si schiudono
goffamente dopo che ho finito di parlare. I miei occhi, le mie azioni, tutto,
le mostra che questa non è una scusa. È la verità.
"Ora, sta a te scegliere se uscire con me fino a quando la gente non
scopre che sono gay e lasciarmi a quel punto. Scegli l'opzione migliore per
te."
"Pat! Tu, maledetto!"
"Mi dispiace. Non posso dire nient'altro. Non posso cambiare cos'è
successo. Mi lascerai andare adesso?"
Le sue labbra sono serrate. Nat mi schiaffeggia il viso con tutta la forza di
una ragazza, ma non riesce a farmi rimanere per ascoltare la risposta alla
domanda di prima. Anche le urla e le parolacce non servono a fermarmi. Ho già
perso troppo tempo e devo riprendermi Pran prima che quello lì me lo porti via
davvero.
Fortunatamente trovo subito un taxi. Durante il tragitto provo a chiamare Pran
più volte, preoccupato per la sua incolumità.
È cosciente? Anche se sa combattere e ha abbastanza forza per picchiare la
gente, non sono ancora tranquillo. Quel teppista è debole, ma rispetto a Pran è
molto più vulnerabile. Inoltre, quando si è sopraffatti dalla lussuria, si può
essere impulsivi. Pran potrebbe anche non dare il suo consenso. Dannazione. In
altre circostanze in cui io e Pran eravamo in buoni rapporti, non sarei stato
così ansioso.
Beh, quando l'ho baciato sono stato colpito duramente. Potrebbe essere
disgustato dagli uomini. Significa che è disgustato anche da me?
Per l'amor del cielo. Che importa se lo è? Lo farò innamorare, come lui ha
fatto con me. Onestamente, la mia mente non è mai stata così incasinata.
Una volta ero sicuro di me in ogni cosa che facevo. Ma quando si tratta dei
sentimenti di Pran, mi agito. Se Pran cerca di vendicarsi di me, come, ad
esempio, il modo in cui ho coccolato Nat... Mi fa male il cuore solo a pensarci.
L'ascensore sale più lentamente del solito. La mia testa sta per esplodere
quando arrivo al mio piano. La porta dell'ascensore si apre e vedo quel
teppista pallido in piedi, davanti alla stanza di Pran, con una mano sul muro.
Pran incrocia le braccia, appoggiandosi alla cornice della porta.
Gli occhi scuri del ragazzo con la pelle arrossata mi guardano. Nel momento in
cui mi vede, fa un passo avanti e spinge il suo caro amico del cazzo dietro di
sé.
"Pat!"
"Quanto a lungo pensi di proteggerlo?"
"Non ti è ancora passata la voglia di litigare? Ne vuoi ancora?"
"Wai, non litigare con lui."
Pran avverte il suo amico e si volta verso di me. Come si chiama? Pappamolle?
Non l'ho capito bene.
"Perché non sei con quella ragazza?"
"Chiedi a quello smidollato perché ha cercato di litigare con me, se è
stufo".
"Sei tu che vuoi litigare, non io".
"Bene, ti faccio a pezzi. C'è qualche problema?".
"Pat! Torna in te!"
"Ti parlerò, ma per ora fatti da parte. Non mi opporrò a te, Pran".
"Sei venuto a fare arrabbiare il mio amico proprio davanti alla sua porta.
Pensi di poterti presentare da solo e comportarti come vuoi?"
Ugh, che femminuccia del cazzo. Tira Pran fuori dai piedi, facendo il
presuntuoso, anche se non sa nulla.
"Vuoi risolvere la questione una volta per tutte? E smettila di fare
casino con Pran".
"Se vuoi parlare con me, lascia stare Wai".
"Di' a questa scimmia di andarsene."
"Non me ne vado!"
"Va tutto bene, Wai. Non mi farà del male".
"Ma..."
"Vuoi essere ricoverato in ospedale? Sei davvero disposto a lottare contro
questo cane pazzo? Ti ho detto che non voglio altri problemi. Hai un progetto
da portare a termine. Non perdere tempo con un tipo come questo. Me la vedrò io
con lui".
"Pran."
"Non hai capito quello che ho detto?!".
Pran urla, cosa rara. La sua voce bassa si riverbera. Significa che la scimmia
non ha altra scelta che cedere. Mi guarda, non volendo indietreggiare, e fa un
rapido cenno al proprietario della stanza.
"Chiamami se succede qualcosa. Aspetterò di sotto".
"Vai a casa. Non preoccuparti per me. Non mi farà del male".
"Voglio solo fare una chiacchierata a cuore aperto". Un sorriso
trionfante appare sul mio volto, mentre l'altro ragazzo sembra irritato.
L'amico di Pran mi passa accanto, urtandomi intenzionalmente la spalla.
Non me ne frega niente. Prima se ne va, meglio è. Una volta chiusa la porta
dell'ascensore, Pran apre la porta così da poter parlare dentro.
"Di' quello che devi dire."
"Sei ubriaco?"
"Non lo sono."
"La tua faccia è così rossa." Gli tocco la guancia, e Pran mi spinge
via la mano quasi come se si fosse scottato.
"Non toccarmi. Torna dalla tua ragazza."
"Mi hai detto di non stare con Nat l'altro giorno. Perché ora mi stai
mandando via?"
"Mi sei sembrato felice. Non pensavo te ne saresti andato così
presto."
Non ho mai visto Pran in questo modo così sprezzante.
Lui incrocia le braccia e alza il mento, rifiutandosi di guardarmi. Quando mi
avvicino, indietreggia stancamente.
"Mi dispiace. Sei ancora arrabbiato per quel bacio?"
"Oh, una persona come te può baciare anche un cane. Non significa niente
per me."
"Ehi, il modo in cui ti stai comportando, ricorda una moglie che si
arrabbia perché il marito l'ha tradita."
"Non sono arrabbiato! Dì' solo quello che devi dire, mi stai facendo
perdere tempo. E smettila di scherzare."
"Seriamente, non ci siamo visti per un po'. Non ti sono per niente
mancato?"
"No, stavo bene."
"Ma tu mi sei mancato così tanto."
Lo sguardo di Pran si sposta su di me. Nel momento in cui abbassa la guardia,
mi faccio avanti e lo abbraccio. Arrendendomi, seppellisco il viso nella sua
spalla.
Ero arrabbiato e geloso da morire, ma tutto è andato in frantumi nel momento in
cui Pran ha mandato via quel bastardo per stare con me. Per giorni mi sono
comportato in modo sconsiderato solo perché volevo che questo qualcuno mostrasse
un po' di affetto o di preoccupazione nei miei confronti.
È come dicono: le persone si comportano in modo terribile quando hanno bisogno
d'amore, ed io, ho tremendamente bisogno del suo.
"Pran, mi dispiace per Nat. Ero confuso. Ci sono state molte cose... non
lo so."
"Non scusarti con me, sono affari tuoi."
"Come potrei non farlo? Eri imbronciato al bar perché eri geloso,
giusto?"
"Sei così pieno di te".
"Che cosa dovrei pensare? Le tue azioni hanno parlato per te."
"Non ero geloso. Sono affari tuoi con chi vuoi passare il tuo tempo. Non
voglio ficcarci il naso dentro."
"Ti concedo di essere geloso. Ti permetterò addirittura di darmi degli
ordini."
"Perché dovrei intromettermi negli affari tuoi? Lasciami andare, non fare
il gradasso. Io non sono..."
"No, non sei la mio ragazza, ma sei mio. Non l'hai ancora capito? E se non
lo sei, te lo farò diventare. Un giorno tu sarai mio, perché io non ti lascerò
andare. E non posso stare con qualcun altro per dimenticarti. Sai come mi
sento, vero?"
"Smettila di blaterare cose senza senso. Tieni la tua immaginazione per te
stesso."
Pran si allontana da me. Guardo il suo viso, imbronciato ma attraente. Aggrotta
la fronte e si strofina il naso.
"Il tuo profumo è disgustoso."
"È di Nat."
"Giusto."
"Non la sto più vedendo, abbiamo chiarito. Mi dispiace davvero. Farò tutto
quello che vuoi tu. Ora capisco che non serve a nulla vendicarsi l'un
l'altro."
"Sei uno che parla" ringhia Pran ancora arrabbiato, ma meno di prima.
Lo so. Lo conosco da una vita. Perché non dovrei riuscire a vedergli
attraverso?
"Troverai presto un'altra persona. Questa persona dovrebbe avere
l'approvazione di Par, così non sarò più costretto a mettere il naso nei tuoi
affari."
"Andiamo, sei così arrabbiato che non sei più il Pran figo che conoscevo.
Continui a ripetere la stessa cosa e a rimproverarmi per lo stesso argomento.
Ammetti che sei geloso e basta."
"Non essere così pieno di te. Tu non hai nessuna buona qualità per poter
piacere a qualcuno. Causi solo guai."
"Hai ragione. Non voglio essere innamorato, ma non posso fare
altrimenti."
Pran si zittisce, ancora senza incontrare il mio sguardo. I suoi occhi mostrano
confusione. È come se non capisse quello che sto dicendo.
"Vedi? Puoi dire che sei geloso, e che mi ami. Così come io mi sono confessato
a te."
"Stai dicendo cose senza senso."
"Sto dicendo la verità."
"Parli sempre in questo modo agli altri?"
"Lo sai benissimo se sono così anche con gli altri o solo con te. Mi
conosci meglio di tutti, Pran."
Lo guardo negli occhi, supplicandolo con tutta sincerità. Non lo nasconderò
più. Non lo terrò dentro. I miei comportamenti irragionevoli e selvaggi
derivavano da questi sentimenti repressi. Non permetterò a Pran di scappare. I
nostri sentimenti reciproci non sono una bugia. Non sarebbe così chiaro se Pran
non avesse perso la calma a causa di Nat.
Non importa quanto io possa essere stato fastidioso o quanto lui possa essersi
arrabbiato, le cose sono sempre finite bene dopo essermi scusato, a differenza
di ora.
"Ero confuso e sciocco. Ora lo so. Non avrei mai voluto amarti, Pran. Non
ho mai desiderato sentirmi in questo modo. Siamo entrambi uomini, ma mi sono
innamorato di te. Tu mi hai fatto sentire il cuore a pezzi. Conosci quel
bastardo solo da qualche anno, eppure t'importa di lui più di quanto t'importi
di me. Perché? Non sono abbastanza per avere una possibilità?"
"Quindi sei andato a letto con Nat perché il modo in cui mi preoccupavo
del mio amico ti ha turbato?"
"Lo sai che sono un idiota." E infantile. Ed esigente. Ho fatto
l'idiota in giro per ferire Pran, ma la persona che è stata ferita di più alla
fine sono io. "Ho sbagliato, lo penso davvero. Non succederà più. Ti
prego, dammi un'opportunità."
"Oh, pensi di essere abbastanza bravo da meritare un'altra
opportunità?"
"Allora dimmi che non hai mai provato niente per me. Che non hai mai
pensato che la mia esistenza significasse qualcosa per te. Che non ti sei mai
sentito a tuo agio e rilassato quando eravamo insieme. E che starai bene... se
un giorno io sparirò dalla tua vita. Se è questo che vuoi, guardami e dillo. Io
ti crederò." I miei occhi, imploranti, si fissano su Pran. Sono troppo
preso da lui. Tutte le cose che l'ho sfidato a dire sono l'opposto di ciò che
provo. Averlo al mio fianco ed essere la prima persona che cerca, è davvero prezioso.
"Non riesco a pensare ad un modo per farti smettere di frequentare quello
stronzo e tornare da me. So che è una sciocchezza, ma sono furioso con me
stesso per essere così inutile. Non posso nemmeno stare al tuo fianco come fa
lui..."
Il suo sguardo è pensieroso e confuso. Lo capisco perfettamente, ho vissuto
anche io questa situazione. È un momento difficile e lui ha bisogno di tempo
per digerire la cosa. La mia aggressività era dettata dalla mia incapacità di
gestire tutta l'agitazione che provavo.
Dato che non riuscivo a capire cosa ci fosse di sbagliato in me, la paura di
perdere Pran mi scatenava facilmente.
Pran resta in silenzio. E la cosa mi turba come nient'altro farebbe.
Se lui mi rifiutasse, il mio mondo andrebbe in frantumi.
Appoggio la testa sulla sua spalla, esausto e sfinito.
Se risolvessi la questione con le stesse emozioni e la violenza di prima, la
situazione peggiorerebbe.
"Non riesco a sopportare di vivere così Pran. Non posso averti nella mia
vita senza che tu sia mio" sussurro rauco, avvolgendo le braccia intorno
alla sua vita. "Se mi respingi, probabilmente dovrò sparire davvero".
"Sparire dove?" La sua voce è altrettanto tremante. Sento il battito
del suo cuore, e il mio, che è più lento e debole.
"Non lo so, ma non posso stare qui sapendo che hai scelto quello stronzo.
Impazzirei. Mi pento di tutto quello che ho fatto, anche di averti amato. Me ne
pento, perché la cosa ti mette a disagio."
La mia fiducia straripante sta gradualmente evaporando, perché la persona che
ho tra le braccia, ancora non accenna a parlare.
Non riesco ad immaginare la mia vita senza Pran.
"Ho solo bisogno che tu mi risponda, così posso decidere la mia prossima
mossa."
Aspettando una sua risposta, sembra sia passata un'eternità. Il silenzio è
assordante, e fa pressione sul mio cuore miserabile.
Alzo il viso dalla sua spalla per vedere la sua reazione. Pran è calmo e
coposto, come sempre. Muove lentamente gli occhi da sinistra a destra,
contemplando. Osservo anche quando Pran stringe le labbra, le scioglie, inspira
ed espira.
"Il mio amico si chiama Wai, Waiyakorn".
"Non me ne frega un cazzo! Devi proprio tirarlo fuori adesso?".
"Mi stai chiedendo di essere il tuo ragazzo, Pat. Non essere così
seccante".
Pran è sempre composto e quando il mio cuore è inquieto, la cosa mi
tranquillizza.
Rompo l'abbraccio e mi metto di fronte al muro, per poi sbatterci la testa
sopra più volte.
"Che diavolo stai facendo? Puoi smettere di fare l'idiota per un minuto?
Stai dando fastidio ai vicini."
Pran mi tira la spalla ed io lo guardo in faccia. È ancora preoccupato per me,
ma si comporta come se gli importasse degli altri. Si acciglia e si schiarisce
la gola.
"Wai è mio amico e non mi schiero con chi sbaglia. Sei tu che hai
attaccato briga. Voglio che tu ti scusi con lui".
"Ma che cazzo, Pran? Ho appena detto che volevo dare un pugno in faccia a
quel bastardo. Se lo rivedo, lo faccio a pezzi. E ora mi dici di scusarmi con
lui?"
"Pat, non voglio che tu sia così irragionevole".
"Posso essere ragionevole su tutto, ma non quando ci sei di mezzo tu,
okay?"
Pran rimane immobile, stringendo le labbra, ancora perplesso.
"Pat, non stai scherzando, vero? Stai dicendo seriamente?"
"Mi hai mai visto così serio? È la prima volta in vita mia", sospiro,
massaggiandomi le tempie. Sono sopraffatto dallo stress e Pran se ne accorge.
Lo capisco dalla sua voce addolcita quando pronuncia le seguenti parole:
"Da quando ti senti... così?"
"Non lo so. Come avrei potuto? Se l'avessi saputo, avrei cercato di
dimenticarti. Senza accorgermene, mi sono reso conto che mi faceva male vedere
te e quel bastardo mentre facevate i piccioncini".
"È Waiyakorn".
"Ho detto che non me ne frega un cazzo".
"Deve fregartene invece, perché è mio amico. Tu vuoi uscire con me, ma non
sarà terribile se non riuscirai a ricordare nemmeno uno dei nomi dei miei
amici?".
Merda, ho sentito bene? I miei occhi si spalancano e il mio cuore comincia
a battere all'impazzata. Abbraccio Pran
e gli bacio le guance, facendole diventare nuovamente rosse. Sinistra, poi
destra, destra, poi sinistra.
"L'ho sentito, Pran. L'ho sentito. Non me lo sono immaginato".
"Ho detto: 'tu vuoi...' non ho accettato la tua confessione".
"Allora se ricordo il nome del tuo amico... è Wai, giusto? Okay, ho
capito. Vuoi essere il mio ragazzo adesso? Me lo ricordo così bene. Lo sognerò
stanotte".
"I tuoi sbalzi d'umore sono pazzeschi!"
"Non puoi capire". Proprio ora mi sentivo come se il cielo stesse
cadendo. Era come se fossi in tribunale ad aspettare la sentenza di morte e
all'improvviso venissi graziato. Ero un uomo in punto di morte a cui veniva
data la possibilità di respirare di nuovo.
"Pran, dicevi sul serio?"
"Merda, lasciami andare. Perché sei così manesco? Dannazione, la tua
barba!".
"Oh, scusa. Non l'ho rasata".
Rido e mi tiro indietro, guardando con affetto quel ragazzo agitato. Pran sta
diventando tutto rosso, ancora più rosso di quando è ubriaco.
"Smettila di sorridere. Non abbiamo ancora parlato di quelle parole
offensive che mi hai sputato addosso, e della ragazza".
"Dai, Pran, mi dispiace. Te lo dirò tutte le volte che vorrai. Mi sento
davvero in colpa. Sai che non riesco a controllarmi quando sono furioso. Il
modo in cui ho cercato di attirare la tua attenzione è stato pessimo. Ammetto
di essere stato uno stronzo. Puniscimi. Puoi baciarmi anche tu se vuoi".
"Cazzo, che sfacciataggine".
"Le mie labbra sono morbide".
Inarco le labbra, ma Pran mi colpisce delicatamente il mento. Dal momento che
la sua mano è morbida, non mi fa male.
"Ho sonno. Lasciami dormire qui. Non sono più riuscito a dormire da quando
abbiamo litigato".
"Me lo chiedi mentre sei già in camera mia. Pat, prima fai una doccia. Non
vuoi tornare in camera tua a prendere Shabby?".
"No." Mi giro e sorrido. "Sono un uomo adulto con un'amante.
Come posso giocare con un peluche? Stasera coccolerò te invece di
Fragrant".
"Chi sarebbe il tuo amante?".
"Hai detto che avresti avuto una relazione con me".
"Come amico".
"Praaaaaan", piagnucolo.
Lui incrocia le braccia con una faccia spenta, cercando di farmi innervosire.
"Sii uomo. Non rimangiarti le tue parole".
"Ti stai immaginando le cose".
"Va bene, è così, ma non ti lascerò più andare".
Aggrotto le sopracciglia. Pran mi guarda con le braccia incrociate. Ora sembra
più di buon umore, ma è evidente che è ancora infastidito.
"Un'altra cosa".
"Continua."
"Riguardo a Nat, lascerò correre visto che prima eravamo solo amici. Avevi
il diritto di fare qualsiasi cosa o di andare a letto con chiunque". La severità della sua voce mi impedisce di
stuzzicarlo. Rimango immobile, ascoltando con attenzione. "Non ti piace
quando sto con Wai, quindi credo che tu sappia come mi sento io se fai lo
scemo".
"Giuro che non succederà mai più".
"D'ora in poi non ti perdonerò più nemmeno uno sbaglio. Se quello che mi
hai detto oggi, con quella faccia triste, è vero, ti ucciderò anche solo quando
guarderai un'altra persona. Figuriamoci se ci andrai a letto", mi
ammonisce Pran, e lì, capisco quanto sia serio.
"Dico sul serio, Pat. Puoi ancora cambiare idea".
Nonostante l'avvertimento sinistro e l'espressione severa, come se la mia testa
stesse venendo tagliata, per via di una sola mossa sbagliata, non mi sento
affatto in ansia. Gli prendo le mani e gli faccio il più sincero dei sorrisi.
"Non cambierò idea".
"E... quando ho saputo che sei andato a letto con lei, mi ha fatto molto
male", mi dice il proprietario della stanza, rivelando i suoi veri
sentimenti.
Non riesco a credere che le sue parole sincere mi facciano sentire così
terribilmente in colpa. I nostri occhi si fissano l'uno sull'altro, svelando
ogni segreto custodito nei nostri cuori.
"Non farmi rimpiangere la mia decisione di oggi, Pat".
"Mai".
Mi avvicino, poggiando la mia fronte sulla sua, trasmettendogli tutti i miei
pensieri. "Proteggerò quest'opportunità che mi hai dato".
"Cheesy". *non saprei come tradurlo in italiano, quindi lo
lascerò così.
Pran fa un passo indietro e si acciglia. Comincio a capire che ogni
volta che faccio il romantico, lui sembra infastidito. Aspetta... sta forse
arrossendo?
"Fatti una doccia. Non sopporto l'odore del profumo sul tuo corpo".
Pran si gira. Colgo l'occasione per abbracciarlo da dietro , ma vengo
immediatamente colpito sulla guancia dal suo gomito.
"Ahi! Pran, fa male".
"Perché diavolo l'hai fatto? Mi hai spaventato".
Mi metto una mano sulla guancia. Pran la toglie e mi esamina la guancia con i
suoi occhi scuri, poi sospira e scuote la testa.
"Vai a farti una doccia. È già la terza volta che te lo dico. Ti
applicherò una pomata più tardi".
"Non voglio fare la doccia adesso. Resta con me ancora un po',
okay?". Sorrido e afferro le mani di Pran, i miei occhi si soffermano
sulle sue labbra. Se avrò un'altra occasione, lo bacerò di nuovo,
delicatamente, lentamente, dolcemente, per rimediare al bacio violento
dell'ultima volta.
Pran mi legge nel pensiero e mi sgrida. Mi spinge la testa con così tanta forza
da farmi oscillare.
"Cosa stai guardando?"
Non rispondo, mantenendo il mio sguardo sul suo viso. Il mio cuore si sente
così felice. Anche se sono stato rimproverato e colpito, non riesco a smettere
di sorridere. Accidenti, sto inconsciamente diventando masochista?
"Un'altra cosa, Pat".
"Sì?"
"Spero che tu sappia cos'hai sbagliato. Quando ti rimprovero, non scusarti
solo per fuggire dai problemi come hai sempre fatto. Puoi evitarlo?".
"Va bene".
"Sei d'accordo solo per evitare di continuare il discorso".
Finalmente ho capito la morale del pastorello e del lupo.
Afferro le mani di Pran e blocco il suo sguardo per assicurargli che non sto
prendendo la cosa alla leggera.
Non sto cancellando tutto come prima.
"Pran, rifletterò su di me, su tutto. Se ho sbagliato, mi scuserò di
persona con i tuoi amici. Dico sul serio". Con queste parole, il
proprietario della stanza fa un lungo sospiro con il volto rilassato.

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