~Original by Teng Luo Wei Zhi (藤萝为枝)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈 Saranghaeyo Asia🐈🐇~
«Sān xiǎo jiě, continuate a correre e non guardate indietro!»
Qualcuno spinse bruscamente Li Su Su non appena riprese conoscenza. Le sue gambe cedettero e lei scivolò giù per il pendio.
Il terreno era coperto da uno spesso strato di neve di dicembre, e il clima era così gelido da penetrare nelle ossa, trafiggendo l'intero corpo con un dolore lancinante.
Un bracciale di giada bianca apparve dal nulla al polso di Li Su Su, proprio mentre stava per sbattere contro l'albero ai piedi della collina. Il bracciale pulsava di luci colorate, e quell’energia stabilizzò il suo corpo.
Li Su Su era così stordita, che riuscì a rialzarsi solo dopo essersi riposata per un po’.
Un’immensa distesa bianca si aprì davanti a lei.
Si alzò da terra e si ritrovò in uno stato trasandato e poco decoroso. La sua veste bianca e rosa era sporca, mentre i capelli, che erano stati raccolti in uno chignon, ora erano scompigliati e una delle sue scarpe ricamate le era caduta dal piede.
Su Su si rialzò da terra aiutandosi con il tronco dell'albero.
All'improvviso, una vocina da bambino che proveniva dal bracciale sul suo polso, disse con serietà:
«Zhǔ rén, questo era il mondo umano cinquecento anni fa.»
La neve continuava a cadere intensamente.
Su Su allungò la mano e un fiocco di neve le si posò sul palmo, sciogliendosi subito al contatto con la sua pelle calda. Nell’aria si percepiva un’abbondanza di Qi spirituale e un’espressione sorpresa affiorò sul suo piccolo volto pallido.
Tra cinquecento anni, quello stesso mondo sarebbe stato avvolto da una nebbia nera. Demoni e mostri si sarebbero scatenati, e il Qi spirituale sarebbe diminuito drasticamente.
«Ye Xi Wu è pronta a cedere il suo corpo.»
«Ha detto che spera che in futuro tu possa salvare suo padre e sua nonna da quella cosa malvagia», disse il braccialetto di giada dopo una breve pausa.
«Per favore, informa Ye Xi Wu che le ho fatto una promessa» commentò Su Su.
«Dopo cinquecento anni di viaggio, ormai non mi è rimasta più alcuna energia spirituale. Perciò, zhǔ rén, adesso andrò in meditazione. Ti prego di chiamarmi se ti troverai in pericolo.»
«Va bene.» Sfiorò il braccialetto di giada con le sue dita affusolate.
La luce del braccialetto cominciò ad affievolirsi, e calò il silenzio.
Su Su chiuse gli occhi. I ricordi della proprietaria originale del corpo, Ye Xi Wu, cominciarono ad affiorare.
Poiché non era il suo corpo, i ricordi erano confusi e vaghi. Sān xiǎo jiě, della famiglia del Generale Ye, non era altri che Ye Xi Wu, unica figlia legittima della famiglia Ye.
Si era ammalata dopo essere caduta in acqua e per molto tempo non riuscì a riprendersi. Sua nonna, preoccupata per la sua salute, la portò al Tempio Tian Hua per accendere incenso e pregare. Sfortunatamente mentre erano lì, dei banditi di montagna rapirono Ye Xi Wu e la sua serva personale, Yin Qiao.
Non appena i banditi abbassarono la guardia, Ye Xi Wu e Yin Qiao approfittarono dell’occasione per fuggire.
Però non riuscirono ad andare molto lontano prima di essere scoperte, e, per coincidenza, fu proprio in quel momento che Su Su si reincarnò nel corpo di Ye Xi Wu.
La serva spinse via la padrona originale, insistendo affinché fuggisse.
La gamba di Su Su sobbalzò per il dolore. Guardando in basso, notò che la caviglia era gonfia.
Cercò di ignorarla il più possibile e iniziò a cercare una via di fuga.
Camminava nella neve, che a tratti era profonda e a tratti no, cancellando le sue tracce man mano che procedeva. Anche se stanca, continuava a camminare.
Era in svantaggio, perché non aveva idea di quando i banditi sarebbero tornati a cercarla, e sapeva bene cosa poteva accadere ad una donna indifesa se fosse caduta nelle loro mani.
Poco dopo aver ripreso a camminare, sentì un fruscio di passi sulla neve.
Su Su si precipitò dietro una roccia per nascondersi.
Come aveva previsto, dopo un po’ comparvero nelle vicinanze alcuni uomini robusti.
«Incapaci!» esclamò il capo. «È solo una donna e ve la siete fatta sfuggire!» Fece un respiro profondo e colpì i suoi uomini sulla nuca.
«Dà gē…» dissero loro, senza osare reagire.
«C'è stato un errore» dissero timidamente. «Quella ragazza non era la figlia di un ricco mercante, ma la figlia del Generale Ye.»
Il volto serio del capo si trasformò in un volto impaurito e la sua espressione divenne cupa. Esisteva forse un bandito che non temeva i soldati imperiali?
Il suo sguardo si fece spietato. «In tal caso, dobbiamo trovarla per evitare ulteriori complicazioni.»
«Che ci fate ancora lì fermi a fissarmi? Dividetevi e cercatela!»
Su Su si appiattì dietro la roccia, mentre i passi si facevano sempre più vicini. Aguzzò le orecchie e si preparò al peggio.
Fortunatamente, i suoni si fermarono appena vicino a lei e poi si allontanarono in un’altra direzione.
Rimase immobile ancora per qualche istante e non si mosse finché non fu certa che tutto fosse tornato silenzioso. Le tracce sulla neve erano numerose, e i banditi sembravano essere spariti.
Su Su si alzò e fece per andarsene.
«Dà gē! Ragazzi, venite! Quella donna è qui!» gridò improvvisamente uno dei banditi, che si era voltato di scatto.
Su Su si girò in fretta e iniziò a correre, ma i banditi alle sue spalle l'avevano già quasi raggiunta.
La vista di Su Su cominciò ad annebbiarsi mentre il suo corpo si indeboliva sempre di più e come se non bastasse, il terreno innevato era così bianco che le risultava difficile distinguere la strada davanti a sé.
All’improvviso, si trovò faccia a faccia con qualcuno.
Alle sue spalle, diversi banditi caddero feriti, mentre delle frecce sibilavano nell’aria.
Su Su alzò lo sguardo e vide un volto chiaro e bellissimo.
Il giovane indossava una veste bianca che si fondeva quasi completamente con la neve. La pelle era chiarissima, le labbra rosse, e i capelli neri. Aveva il volto affilato, e i suoi occhi scuri gli davano un'aria un po’ fredda. Era sorprendentemente attraente, ma il suo sguardo calmo e distaccato lo faceva sembrare virile e non femmineo.
Non si mosse di un millimetro quando Su Su gli finì addosso. Tuttavia, nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, lui sussultò e distolse gli occhi.
«Mi dispiace, sān xiǎo jiě. Sono arrivato in ritardo» disse il giovane con voce tranquilla, mentre la sorreggeva.
Su Su scosse semplicemente la testa, perché non riusciva a capire.
Nel giro di pochi istanti, alcuni dei banditi erano morti, altri feriti, e quelli ancora vivi erano fuggiti.
Alle spalle del giovane, i soldati s'inchinarono davanti a Su Su, stringendo i pugni.
«Sān xiǎo jiě! Ci scusiamo per il ritardo» dissero.
Su Su ricordò la giovane serva che l’aveva spinta via mentre le diceva di scappare per prima. «Yin Qiao è ancora nelle loro mani» disse alzando lo sguardo. «Vi prego, aiutatemi a trovarla.»
Gli occhi neri del giovane rimasero fissi su di lei. «Va bene, manderò qualcuno a cercarla.»
I soldati si dispersero per andare in sua ricerca.
«Siete ferita?» chiese il giovane, abbassando lo sguardo.
Prima che Su Su potesse rispondere, lui l’aveva già presa in braccio.
Su Su esitò un istante, sorpresa di essere stata presa in braccio da un giovane che non conosceva. Non riuscendo a capire cosa stesse succedendo, in quel momento non osò opporsi. Si limitò a guardarlo confusa.
C’era un grosso problema. Nonostante avesse alcuni ricordi di Ye Xi Wu, non riusciva a collocare quell’uomo nei suoi ricordi.
Chi era, dunque, quella persona davanti a lei?
Tra le sue braccia, non sentiva alcun calore. Al contrario, erano paragonabili all’aria gelida.
Su Su tremava per il freddo e si sentiva a disagio stretta a lui.
Dopo un attimo di riflessione, spiegò: «Sono rotolata giù dalla collina e ho battuto la testa, quindi i miei ricordi sono un po’ confusi. Mi dispiace, ma non riesco a riconoscerti...»
Non appena ebbe finito di parlare, gli occhi del giovane assunsero un’espressione strana, ma durò solo un attimo.
«Mi chiamo Tantai Jin,» disse, tornando subito alla normalità. «Siamo sposati da tre mesi.»
Non appena udì quelle parole, il corpo di Su Su si irrigidì, rivolgendogli uno sguardo perplesso.
I fiocchi di neve cadevano sulla testa del giovane, ricoprendo le sue sopracciglia di ghiaccio e neve.
«Sān xiǎo jiě, avete freddo?» chiese piano, stringendola ancora più forte.
I suoi occhi scuri e i capelli neri gli davano un’aria fragile e apparentemente innocua. Appena notò che Su Su lo stava fissando, abbassò lo sguardo con un’espressione rispettosa e quasi pietosa.
Il corpo di Su Su si irrigidì ancora di più e si morse le labbra per trattenere le lacrime che le stavano per scendere dagli occhi.
Non sapeva ancora che il giovane davanti a lei, apparentemente così bello e fragile, era in realtà l’obiettivo della sua missione.
Era lui il re demone che in futuro avrebbe sterminato anime innocenti senza alcuna pietà.
Appoggiandosi al suo petto, si accorse di quanto ffosse esile, con le ossa che sembravano trapassare il suo corpo alto e magro.
In un istante, nella sua mente lampeggiarono centinaia di tecniche immortali in grado di ucciderlo.
Quel pensiero era così forte che le sue mani, quasi per istinto, iniziarono a eseguire una tecnica immortale usata per uccidere. Tuttavia, non accadde nulla.
Su Su si rese conto che ora, non era altro che una misera mortale.
Il suo corpo era gelido e dolorante. Se fosse stata la vera Ye Xi Wu, sarebbe già svenuta. Su Su era riuscita a resistere fino a quel momento, ma ora aveva raggiunto il limite.
Provò a liberarsi dalla stretta della creatura malvagia, ma aveva già esaurito tutte le forze. Un attimo dopo, tutto diventò buio e lei perse conoscenza.
Il giovane si fermò.
Solo allora, posò lo sguardo sulla ragazza che stringeva tra le sue braccia.
Aveva la pelle pallidissima. Su quel volto, che di solito era arrogante e sgradevole, la neve sembrava disegnare un'ombra di dolcezza e purezza.
Corrugò la fronte, poi si allontanò dal covo dei banditi con sguardo distaccato.
Poco dopo, i soldati del generale Ye tornarono con Yin Qiao, la serva personale di Ye Xi Wu.
La ragazza inciampò e cadde nella neve e Tantai Jin rivolse uno sguardo silenzioso al corpo a terra.
Il corpo di Yin Qiao era pieno di ferite procurate da un coltello. I vestiti erano a brandelli, l’addome presentava un’enorme ferita da cui usciva ancora del sangue e il volto era irriconoscibile. Nell’aria aleggiava il pesante odore del sangue.
«Zhì zǐ, come dobbiamo procedere con lei?» chiesero i soldati.
Lui la guardò di sfuggita e rispose con indifferenza: «Se è morta, bruciatela.»
Poi, con tono pacato, aggiunse: «Quest’anno la neve è davvero intensa.»
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Note:
1. Sān xiǎo jiě (三 小姐): Terza Signorina (solitamente si usa per indicare se è la prima, seconda, terza figlia ecc).
2. Zhǔ rén (主人): Maestro/proprietario.
3. Zhì zǐ (质子): è in poche parole un principe ostaggio, definizione più completa: "un principe mandato come ostaggio in un altro stato nell'antica Cina".
4. Dà gē (大哥): Fratello più grande, solitamente usato per rivolgersi ad un ragazzo di età uguale o poco maggiore alla propria.
5. Qi (气): Nella cultura cinese, il qi è spesso descritto come una sostanza che trasporta informazioni e scorre attraverso il corpo, e una buona salute richiede che il suo flusso non sia ostacolato.
4. Dà gē (大哥): Fratello più grande, solitamente usato per rivolgersi ad un ragazzo di età uguale o poco maggiore alla propria.
5. Qi (气): Nella cultura cinese, il qi è spesso descritto come una sostanza che trasporta informazioni e scorre attraverso il corpo, e una buona salute richiede che il suo flusso non sia ostacolato.
È inoltre un concetto fondamentale nella medicina tradizionale cinese e nelle arti marziali cinesi, nelle quali il tentativo di coltivare ed equilibrare il qi è chiamato "qigong".
Il concetto di qi è profondamente radicato nella cultura e nella filosofia cinese, infatti i primi filosofi e alchimisti taoisti svilupparono tecniche per alterare e controllare il movimento del qi all’interno del corpo.
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