martedì 14 maggio 2024

Behind The Scene (หลังม่าน) - |SCENA TRE|

    Behind The Scene

(หลังม่าน)

~Original by everY, afterday; everY, -west-)~


|SCENA TRE|
Pran|Talk

"Oh, volevo parlare di questo."
Dico con tono pacato, fissando il porridge istantaneo dopo aver versato l'acqua calda sopra al contenuto secco nella ciotola. Il ragazzo, sbucciando un uovo, alza le sopracciglia su di me. 
"Riguardo?" In breve, le domande incomplete mi fanno tremare le sopracciglia.
"Perché sei venuto ancora qui di mattina così presto? Non mi hai preso abbastanza in giro la scorsa notte? Devo aver fallito ad ottenere meriti questo mese dato che sono costantemente perseguitato da uno spirito malvagio."
"Magari non hai abbastanza virtù."
"Non sarà mai abbastanza con tutti i miei peccati. Ad ogni modo, non hai cibo nella tua stanza? È per questo che vieni sempre a rubare il mio?"
"Par è uscita presto per consegnare i suoi compiti. C'è un sacco di pane ma non latte condensato. Odio la marmellata."
"Ho bisogno di saperlo?"
"In caso tu voglia conservarla."
Quello spudorato risponde divertito, e si infila in bocca un cucchiaio di porridge denso. Io faccio una smorfia alla vista di alcuni grumi non sciolti nel cucchiaio.
"Sei cosi idiota da non saper nemmeno mescolare bene il porridge?"
"Huh, mi hai osservato. Sei così interessato a me?"
"Ti compatisco."
"Adottami, allora."
"Non si può fare."
"Il maestro Pran può sicuramente provvedere al povero, piccolo Pat."
"Povero, piccolo Pat con una bocca dannatamente grande."
Vedendo un sorriso compiaciuto formarsi sul suo viso anche quando viene insultato, mi sento scoraggiato. Distolgo gli occhi dal suo viso e finisco il mio porridge caldo.
"Quante volte ti ho detto di pulire quello che usi?" Dannazione, ho distolto lo sguardo per un momento, e ora sono nuovamente irritato. "Hai lasciato la ciotola nel lavandino senza nemmeno risciacquarla."
"Come rompiscatole, sei secondo solo a mia sorella."
"Lavati da solo la ciotola incrostata."
Pat risponde con un sorrisetto. Il tipo di sorriso che mi fa accigliare ogni volta. La sua espressione esasperante mi dà davvero sui nervi. Rinuncio a parlare di buon senso all'idiota e rivolgo la mia attenzione alla ciotola incrostata. Mi chiedo come sia stato cresciuto per essere così sporco. Probabilmente se ne torna a casa subito dopo essersi riempito lo stomaco. E sua sorella dovrà prendersi cura di lui nel loro appartamento.
Lo guardo torvo, mentre mi fissa, vedere i suoi capelli legati mi fa sentire ancora più frustrato.
Non può semplicemente tagliarli? Mi disturba tanto quanto la sua esistenza. 
"Diventerai vecchio in fretta con tutto quell'accigliarti."
"E tu forse non lo diventerai mai."
"Perché sembro giovane, vero?"
"Morirai prima di poterlo diventare."
"Crudele."
"Vattene e basta ora che hai finito di mangiare."
"Mi butti fuori subito dopo mangiato? Crudele."
"Napat." Lo chiamo col suo primo nome perché questo piccolo idiota continua a scherzare. Non so esattamente quando sia stata la prima volta che ha iniziato a prendermi in giro con tutte queste battute ambigue. Percependo il mio umore irritabile, alza le mani in segno di arresa, un sorriso irritante ancora stampato sul viso. Non c'è mai stata una sola volta in cui non ha fatto questo sorriso nel momento in cui l'ho guardato.
"A che ora inizia la tua lezione?"
"Nove e trenta. Me ne andrò presto." rispondo, esitando prima di chiederglielo a mia volta. Beh, sarà difficile cacciarlo via se non lo faccio. "Che mi dici di te? Te ne andrai adesso?"
"La mia è alle dieci. Riesco a fare in tempo anche se vado via un po' più tardi."
"Ma io me ne sto andando ora. Torna nella tua stanza."
"Sbloccare la porta è una rottura. Dammi le tue chiavi. Chiuderò la porta prima di andarmene."
"Perché dovrei lasciare che un ladro come te stia da solo nella mia stanza?"
Knock, knock. 
Pat si rimangia le parole che stava per dire. Giriamo entrambi la testa verso la porta dopo che il suono delle bussa si è intromesso nella nostra conversazione. 
"Chi è?"
"Ssh." Gli faccio segno di stare in silenzio. "Non una parola."
Sbircio dal buco della porta, vedendo Wai fuori, che sorrideva con le mani nelle tasche. Improvvisamente sento come se avessi il mal di testa. Perché diavolo sei qui oggi?
"Pran, ti sei svegliato?!" urla, non si limita a bussare alla porta. 
Mi gratto la testa, respiro, e rispondo, "si. Sono quasi pronto. Perché sei qui?"
"Per ricordarti di portare il file del progetto. Non hai letto il mio messaggio o risposto al telefono."
Accidenti, è in carica sul letto.
"Okay, aspetta un minuto. Sarò fuori in un secondo."
Pronuncia una risposta dall'altro lato della porta. Mi giro a prendere le mie cose per la scuola. Quando vedo Pat tendere la mano per avere la chiave, punto il dito contro sua faccia, minacciandolo.
"Non ho fatto niente" sussurra. "Il tuo amico è venuto qua da solo."
"Zitto. Vattene 10 minuti dopo che me ne sono andato."
"Okay, okay, ho capito."
"Meglio che tu faccia come ho detto."
"Chiave, prego."
Pronuncio uno "tsk" irritato mente gli passo la chiave. Lui la prende, tutto soddisfatto. Lo guardo male e corro a prendere un rotolo di carta e una chiavetta USB, poi infilo portafoglio e telefono nel marsupio e lo indosso. Finalmente, esco dalla mia camera da letto.
"Sto uscendo. Non dimenticarti quello che ho appena detto."
"Ho capito. Me ne vado fra 10 minuti."
Insulto l'infame e gli dico di nascondersi dove il ragazzo che sta fuori non potrà vederlo. Inspiro nervosamente e apro la porta. Wai è ancora in piedi con le mani in tasca.
"Ti ci è voluto abbastanza" si lamenta Wai appena i nostri occhi s'incontrano. 
"Si, mi stavo vestendo."
"Hai preso tutto?"
"Si, andiamo."
Annuisce e si dirige verso l'ascensore. Quando mi volta le spalle, dò una rapida occhiata all'interno della stanza. Il piantagrane agita la mano dietro il divano. Punto il dito per ricordargli le mie parole e seguo il mio amico come se nulla fosse.
"Com'è?"
Chiede Ke nel momento in cui esco dall'ufficio del professore. Abbiamo discusso il mio argomento per un bel po'. La mia gang sembra essere fra le uniche persone rimaste nell'edificio.
"Bene, immagino." Alzo le spalle e mi alzo per sedermi su un tavolo di vetro accanto a lui. "Il professore non si è opposto a nessuno dei miei punti, dicendo che potevo andare avanti e cercare più roba. Che mi dici di te?"
"Mi ha detto di fare una analisi SWOT."
"Huh? Non l'hai già fatta?"
"Si, ma ha detto che era troppo sciatta." dice amaramente, le spalle cadenti per la stanchezza.  Non posso fare a meno di ridacchiare. Prima di continuare la nostra conversazione, appare Golf con la stessa espressione di Ke.
"Perché quel muso lungo, Golf?"
Lui alza un sopracciglio verso di me e si lascia cadere su una sedia lì vicino. "L'ultima volta ha detto che il mio argomento era interessante, ma non ne sembrava così felice oggi. Che divertimento."
"Il professor Chanpen?" chiede Ke. 
"Sì. Il mio mentore è dannatamente esilarante. Il suo umore cambia ogni tre giorni."
"Quindi? Il tuo argomento è stato disapprovato?" chiedo, sentendomi fortunato che il mio mentore sia stabile, senza che il suo umore cambi irragionevolmente di punto in bianco. Ottenere l'approvazione nella prima riunione solo per essere rifiutata in seguito, non è affatto divertente.
"Non lo so. Mi è stato detto di trovare più argomenti di studio. Tu devi averlo fatto perfettamente, vero, Pran?"
Mentirei se lo negassi, ma sembrerei troppo orgoglioso se lo ammettessi. "Probabilmente sarò in grado di studiare il modello in qualche giorno."
"Dannazione, sono geloso del tuo cervello" brontola Ke accanto a me. Appoggia la schiena contro ad una lavagna, e guarda il soffitto con occhi disperati. "Voglio spaccarti la testa e divorare il tuo cervello."
Rido. "Comunque, quando arriva Wai?"
Glof sospira- "Tra un attimo, penso. Chanpen si prende sicuramente il suo tempo per ogni studente. Dopo di me è il suo turno."
"Sarà una lunga attesa, allora."
"Beh, mi ha bisbigliato di chiedervi se volete andare al bar vicino all'università insieme. Vuole bere stanotte."
"Confortare di nuovo il suo cuore con l'alcol."
Anche se ho detto questo, in realtà non beviamo da circa un mese. Siamo stati sommersi di progetti non appena è iniziato il semestre e siamo stati impegnati a raccogliere dati per gli argomenti delle tesi da sottoporre ai nostri mentori. Ci vogliono quattro anni per ottenere una laurea in Architettura qui, un anno più velocemente di altre università. Di conseguenza, la quantità di lavoro non è uno scherzo. Alcuni corsi sono più corti e ricchi di contenuti intensivi. Le nostre teste sono piene fino all'orlo di molte cose, alcune utili, altre no. Ma tutto viene contato come punti e voti, essenziali per il punteggio totale e crediti.
Ecco perché abbiamo sospirato talmente tanto che il nostro naso sembra di star per cadere dall'inizio del nostro quarto anno. I problemi si verificano ogni giorno. A parte le infinite lotte tra gang, la tesi è altrettanto terribile. Sono sul punto di tuffarmi a capofitto nel terreno solido ogni volta che parlo col mio mentore del mio argomento.
Essere disapprovato da lui fa più male che essere picchiato.
"Cheers!"
CLINK!
"Per quale motivo brindiamo così tante volte?"
"Alla miseria della mia tesi."
Risponde Wai a Golf dopo aver urlato e sbattuto il bicchiere. Ero preoccupato che il bicchiere si rompesse nella sua mano e ho smesso di giocare fin dal round precedente.
"Perché sei così turbato? Anche il mio argomento non è stato approvato", mormora Golf, che ha lo stesso mentore,  butta giù dell'alcol.
"Posso cambiare mentore? Mi dà un mal di testa costante. Tutti i nostri incontri si sono conclusi con risultati diversi." Gli occhi di Wai diventano rossi. Nonostante si sia presentato per ultimo, è più il ubriaco di tutti gli altri al tavolo. "Vorrei avere il tuo mentore, Pran."
"La fortuna non era dalla tua parte." Ripensando al tempo in cui tiravamo a sorte per assegnare i nostri mentori all'inizio del semestre, non posso non nascondere il mio sorriso. Quando i codici di Golf e Wai sono stati inseriti nel gruppo di Chanpen, sono quasi crollati e si sono rotolati sul pavimento.
"Non capiresti. Almeno il mentore di Ke è a posto. Il mio è il peggio."
"Penso che ci sia qualcosa di peggio di questo" dice Ke in tono calmo. Mi giro e lo vedo guardare accigliato dalla parte opposta. Seguo il suo sguardo e balzo quasi in piedi.
Pat e la sua gang entrano nel bar e i nostri sguardi, inevitabilmente, s'incontrano. Sorride e mi manda un bacio provocante. Ricordando il sorrisetto caratteristico della persona che questa mattina non è riuscita nemmeno a cucinarsi correttamente del porridge istantaneo, mi viene male alla testa. Tutti gli studenti di ingegneria sono così irritanti?
"Il mio umore è già acido. Ora la mia pressione sanguigna si è appena alzata alla loro vista" borbotta Wai, mescolando il suo drink.
"Dai" gli dico. "Loro sono sempre così. Godiamoci i nostri drink ed ignoriamoli."
"Se non creano problemi con noi per primi" borbotta Wai. Oggi è davvero irritabile. Preoccupato, guardo Pat, chiedendogli di assicurarsi che i suoi amici si comportino bene e di non liberare ancora gli animali selvatici che sono in loro. Sono stanco di curare nuovamente altre ferite.
"Ouch, dannazione!"
Dico con voce alta ed irritata mentre mi sdraio lentamente sul divano. La ferita all'angolo della mia bocca brucia.
Come previsto, alla fine, non siamo riusciti a trattenerci. Immancabilmente, ci scontriamo ogni volta che ci incontriamo o siamo nella stessa zona. Le loro battute e prese in giro hanno solo aggiunto benzina sul fuoco.
'Non è un pochino solitario solamente per voi quattro?'
'Vuoi unirti?'
"Mi chiedo se i ragazzi di architettura siano stuzzicanti quanto le ragazze."
Frasi dopo frasi pronunciate senza sosta. Wai era già particolarmente lunatico, quindi ci è voluto meno del solito per provocarlo. Prima che ce ne accorgessimo, una bottiglia volò e si schiantò in mezzo all'altro tavolo.
Click.
Sospiro, sentendo uno schiocco di lingua dall'esterno della stanza, sapendo troppo bene chi ha emesso quel suono così familiare. Mi acciglio così tanto che le tempie mi pulsano mentre mi alzo. I pugni e l'alcol rendono difficile persino sedersi. Non ho più l'energia per sopportare l'infame là fuori.
Knock.
Ugh! Così fastidioso!
CLICK!
"Che c'è ora?"
Chiedo pur non avendo ancora visto la sua faccia. Ma quando apro la porta, mi fermo. Il leader della sboccata gang di ingegneri di un'ora fa è lì, con in mano un enorme cuscino e un coniglietto di peluche a brandelli.
"Che vuoi?" chiedo, diventando paranoico. 
"Par mi ha bannato dalla nostra stanza."
"Quindi?"
"Perchè tu mi hai ferito ancora."
"Non hai fatto lo stesso con me? Non farmi dire chi ha iniziato."
"Non io. Io non ho iniziato nulla."
"Allora, chi?"
"Gon ha iniziato."
"Vattene. Dormi di fronte alla porta dato che tua sorella non ti fa entrare."
"Mi hai fatto male. Devi prenderti la responsabilità."
"Che diavolo?"
"Fammi stare qui."
"Va' a quel paese."
Strizzo le sopracciglia e impreco contro di lui, chiaro e tondo. Il ragazzone, con in mano un coniglietto di peluche come un bambino, resta fermo. Se qualcosa deve muoversi, immagino debba essere il mio piede.
"Ciao."
Dico, e raggiungo la maniglia per chiudere la porta. Un braccio abbronzato mi blocca in un istante. Il cuscino cade, ma Pat usa il ginocchio per prenderlo in tempo, fortunatamente.
"Cosa c'è adesso?"
"Ci sono zanzare fuori."
"Prendi il repellente e vai a dormire."
"C'è qualche repellente per zanzare commestibile in questi giorni?" Lui pretende di essere sorpreso. Io alzo gli occhi al cielo.
"Non sono in vena di giocare con te."
"Huh? Non abbiamo giocato a nulla."
"Che stress."
"Tu stai lì e mi rimproveri." Che tipo di trucchetto sta cercando di usare adesso, facendo quell'espressione? "Vuoi che i tuoi amici mi vedano mentre porto un cuscino e ti supplico come farebbe un marito cacciato dalla moglie?"
"Tu...!"
"Sshh." Scuote la testa e mi zittisce mentre sto per  maledirlo. "È tardi. Le persone verranno fuori per controllare se fai rumore."
Mi agito, e nel mentre, coglie l'occasione per scivolare dentro. Mi giro solo per vedere quello spudorato che si sta già rilassando sul divano.
"Dormi qui allora, ma niente coperta per te. Non morirai comunque di freddo dato che la tua pelle è spessa come quella di un toro."
"Posso usare la tua."
"Stai sognando?"
"Non mi da problemi dormire sullo stesso letto."
"Ma a me sì."
"Allora non farlo."
"Vuoi un calcio in faccia?"
Pat ridacchia e senza chiedere, afferra il telecomando per accendere la TV, comportandosi come se fosse il proprietario di questa stanza. Mi chiedo da dove abbia preso questa quantità di spudoratezza.
"Vai a farti la doccia. Non preoccuparti di me."
Alzo di nuovo gli occhi al cielo perché il ragazzo davanti a me non mostra alcun segno di buon senso.
Guardo questo teppista e il suo sudicio coniglietto di peluche, presumendo che non sia mai stato lavato prima. Non ricordo quando ha cominciato ad appiccicarsi a me invece di maledire mio padre ogni volta che ci incontravamo.
Onestamente, Pat sarebbe piuttosto attraente se si liberasse di tutti i suoi brutti tratti. La sua atmosfera giocosa e la sua faccia amichevole e sorridente non sono poi così male. Tuttavia, scoperti i suoi lati irritanti, cattivi e indolenti e la sua mancanza di buon senso, diventa la creatura a cui non voglio nemmeno rivolgere lo sguardo.
Nonostante l'odio, siamo cresciuti insieme. Nonostante gli insulti, non siamo mai stati lontani l'uno dall'altro. Nonostante i combattimenti fisici, ero sempre io a curare le sue ferite. Dire che siamo stati una coppia inseparabile fin dalle nostre vite passate... non è affatto esagerato.
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