mercoledì 10 dicembre 2025

Behind The Scene (หลังม่าน) - |SCENA SEI E SETTE|

                                     Behind The Scene

(หลังม่าน)

~Original by everY, afterday; everY, -west-)~
~Traduzione offerta da Vex, per 🐇🐈‍ Saranghaeyo Asia🐈‍🐇~







|SCENA SEI|
Pran|Talk

 

Pran è un ragazzo davvero fantastico.

Non so quante volte io l'abbia detto, ma Pran si comporta sempre in modo carino con me. Tanto per cominciare, stamattina mi sono alzato e ho trovato una pagnotta e del latte condensato sul tavolo da pranzo. Nessuna traccia di essere stato aperto o altro. Significa che il proprietario della stanza l'ha comprato apposta per me, una persona di cui si lamenta ogni giorno. Come una routine. Le sue lamentele sono la prima cosa che sento al mattino, e l'ultima che sento la sera. Insomma, anche se è come fosse stato programmato per scagliarsi contro di me, Pran è comunque gentile nei miei confronti.

"Lava il cucchiaio dopo aver mangiato. Non rovesciare il latte condensato. Puoi farlo questo, no?"

Leggo il messaggio scritto sul foglietto giallo. La scrittura di Pran è un po' più chiara della mia. Ma va bene, nessun problema. Oggi cederò e laverò le cose, a malincuore, perché odio lavare i piatti più di ogni altra cosa. Ma dato che Pran è così carino, sarebbe altrettanto carino se mi comportassi in modo da renderlo felice per una volta.

"Perché non hai risposto a Nat?"

Dopo le lezioni, Gon ed io abbiamo lasciato l'edificio della facoltà e siamo fuggiti alla libreria dell'università per sentire un po' di aria fresca. Entrambi avevamo bisogno di più libri di riferimento per le nostre tesi, altrimenti non ci saremmo presentati in un luogo così civilizzato. Ho cercato il titolo negli archivi, l'ho preso e mi sono seduto al lungo tavolo. La biblioteca oggi è tranquilla. Durante la settimana degli esami di solito è super affollato.

Vengo qui solo una volta ogni tanto, in base a dove le ragazze vanno a studiare. Tutti sanno che questi angeli possono aiutare degli uomini adulti come noi, che si limitano a  bere e divertirsi, a diplomarsi nei tempi previsti.

"Pat."

"Cosa?"

"Ti sto chiedendo perché non hai risposto a Nat."

"Non posso essere disturbato," rispondo, allungando le gambe e appoggiandole sulla sedia di fronte. Jo sospira. Ha appena trovato il suo libro di riferimento ed è arrivato qui più o meno nel mio stesso momento.

"Se non ti piace, diglielo direttamente. La stai facendo agitare così. Ha chiesto di te a me e ai miei amici. E tu sei troppo imprevedibile, un giorno compari improvvisamente alla caffetteria, e un altro giorno scompari. Dove sei andato ieri dopo le lezioni? Nat ha detto che non era riuscita a trovarti ne al caffè, ne al bar."

"Whoa, doveva spingersi così lontano? Sono dannatamente hot."

"Pat, idiota, smettila di scherzare."

"Cosa dovrei fare allora?"

"Occupatene in fretta, o potrebbe disturbare tua sorella" mi avverte Jor preoccupato. Questa cosa è più fastidiosa di quanto mi aspettassi. Ma cosa posso fare? Credevo di aver chiarito che lei non mi piace.

"Se dà fastidio a Par, verrà urlata davvero bene." Gon conosce bene Par. Non salva nessuno. La mia famiglia è ricca e i figli sono piuttosto problematici. Voglio dire, io e Par non temiamo niente. Non iniziamo mai una rissa, eppure siamo pronti a schiacciare chiunque chieda guai. I nostri genitori puliscono il nostro pasticcio dopo ogni incidente. So che è terribile, ma non possiamo lasciare che gli altri ci prendano in giro e poi correre disperatamente da nostra madre chiedendole aiuto.

"Non avresti dovuto comportarti come se fossi stato interessato a lei."

"Non l'ho fatto. Ho recitato spinto dalla cortesia. Sono scappato e Nat mi ha seguito fuori. Cosa avrei dovuto fare?" dico onestamente. Chi avrebbe mai pensato che Nat si sarebbe aspettata di più da noi? "Non preoccuparti. Smetterà di cercarmi quando troverà qualcun altro. Oh."

Dando un'occhiata a Pran, la parola mi scivola fuori di bocca. I ragazzi seguono il mio sguardo, quindi sbatto il pugno sul tavolo per attirare la loro attenzione.

"Ho una cosa da fare. Aspetta alla facoltà. Ti raggiungerò."

"Vuoi giocare insieme stasera o vuoi andare direttamente al bar?"

"Che diavolo? Usciamo di nuovo? Ma voi vi stampate gli appunti o altro?"

"Perché chiedi ora?" Gon ridacchia e Jor interviene.

"Ti sei fatto la ragazza?"

"Cosa?"

"Non bevi o giochi più con noi. E non mi hai detto dove sei andato ieri. Hai solamente cambiato il soggetto."

"Quale ragazza? Non ce l'ho." Beh, Pran è la persona che si avvicina di più all'essere la mia ragazza. Ma le cose non finirebbero facilmente se ammettessi di aver passato del tempo con lui. La soluzione migliore è tenere il silenzio. Scuoto la mano per cacciarlo via. Questi teppisti sorridono, non se la bevono. "Vi presenterò quella persona ragazzi, se mai ne avrò una."

"Dovresti averne una, Pat. Sei uno dei "Principi degli Ingegneri", e ancora non riesci a trovarti una ragazza. Sai come usare quella cosa nei tuoi pantaloni?"

"O non ti piacciono le ragazze?"

Questi idioti. Stanno peggiorando l'argomento. Li ignoro e mi metto il libro sotto l'ascella. "Prenderò in prestito questo. Ci vediamo."

"Aspetta, non hai risposto. Sei gay?"

"Posso essere qualunque cosa io voglia. Sono adulto e sono il Dio di me stesso. Contenti?"

Mi giro e corro nella direzione di Pran. Mi è mancato. Non avrei dovuto litigare con quei ragazzi. Metto giù il libro e lascio la biblioteca. Accendo una sigaretta e cammino lungo il sentiero curvo che porta all'edificio della facoltà. Alberi piantati in fila sul lato, insieme a piccoli negozi affittati. L'area è affollata durante la settimana degli esami. Un negozio contiene snack, servizio fotocopie e cancelleria, un negozio all-in-one che nessuno può definire. Finalmente vedo un ragazzo alto e magro. Indossa un'uniforme scolastica come tutti gli altri, ma posso dire chi è a prima vista, dai movimenti di quando porge soldi e prende le sue cose.

Il mio Pran.

Accelero il passo, pronto a saltare i bassi cespugli di Ixora che si allineano lungo il sentiero per salutarlo, ma all'improvviso mi fermo. Pran si siede accanto all'altro ragazzo che mi sembra familiare. Sono insieme, da soli. Whoa, questa è la prima volta che Pran non è circondato dalla sua gang. È solo con questo ragazzo che sembra cinese.

Il tizio tende la mano verso Pran e lui la prende. Ecco! Pran sta tenendo la mano della scimmia bianca, nello stesso modo in cui teneva la mia mentre curava le mie ferite. Va bene, vedo una scatola di bende. Solo un taglio su un dito di un maledetto uomo adulto. Quella scimmia non può farlo da sola?

Incrocio le braccia e mi appoggio ad un palo sotto l'arco. Ricordo questo tizio senza nome. È normale e semplice, né magro, né grasso, né alto, non una cavolo di cosa degna di essere ricordata. Ma lo ricordo perché è sempre con Pran e ci incontriamo in ogni lotta. Tuttavia, il modo in cui trascorrono il tempo da soli e si prendono particolarmente cura l'uno dell'altro non è un po' ingiusto?

Se gli altri ragazzi nella sua gang lo vedessero, non sarebbero molto contenti.

Ma quello sicuramente più dispiaciuta di questa vista, in questo momento sta prendendo a calci come un pazzo i fastidiosi cespugli di Ixora.

Maledetto, sei carne morta la prossima volta che ci vediamo.

Non so chi ha dato inizio alla tradizione in cui gli studenti di ingegneria e l'alcol sono una cosa sola. Prima che me ne rendessi conto, sono diventato abbastanza alcolizzato. Se le cose peggiorano, potrei aver bisogno di chiedere aiuto. Non mi rovino quasi mai, però. Lo faccio solo quando le ragazze cercano di farmi ubriacare e quando qualcosa mi infastidisce.

Non sono amichevole ma a volte amo essere adulato.

Nat mi ha fatto ubriacare davvero l'ultima volta, il che mi ha reso piuttosto espressivo. Sarei a pronto a sfoggiare uno sguardo civettuolo ovunque. Oggi invece mi do una calmata, sorseggiando una birra. In un batter d'occhio il tavolo si riempie con diverse bottiglie vuote.

"Cosa c'è che non va, Pat?" Chiede Gon, conoscendomi bene.

È preoccupato per me tanto quanto sa che non dirò una parola. Mi mette una mano sulla spalla, la stringe un po' e mi porta via il bicchiere.

"Sei strano da quando hai lasciato la libreria. Puoi dirci tutto, lo sai."

Faccio spallucce. Cosa posso dire? Ho guardato fino a quando Pran e quel teppista si sono alzati mentre Pran portava tutti i libri. Quel ragazzo dall'aspetto cinese ha finto di essere forte e ne ha presi un po', comportandosi da gentiluomo. Così sdolcinato. Che dire di me? Anche se volevo salutare Pran, potevo solo guardare inquieto i due piccioncini come se fossero una coppia separata dalle dieci vite passate.

"Sei ubriaco? Ti accompagniamo a casa. È abbastanza."

"Non sono ubriaco", sottolineo ogni parola. Gon ha rubato il mio bicchiere, quindi provo a prendere quello di Jor. Spinge via la mia testa ma comunque mi dà il suo bicchiere. Poi borbotta qualcosa agli altri ragazzi prima di annuire.

"Facciamo un altro giorno. Penso che tu sia ufficialmente ubriaco."

"Chi sarebbe ubriaco? Non ho bevuto tanto. Voi andatevene prima se volete."

"Il bar chiuderà presto" sostiene Jor. Davvero? Non me ne sono accorto. "Andiamo. Possiamo avere il conto, per favore? Preparati. Ti do un passaggio."

"Non serve. È una perdita di gas. Posso andare a casa da solo. Vai con Gon. Voi andate nella stessa direzione."

Rispondo e metto sul tavolo duemila baht. Calcoleremo la quota domani. Con un calcolo approssimativo, non dovrebbe costare più di questo. Usciamo dal bar e vediamo una fila di taxi. Scelgo quello rosa. Voglio vedere Pran in fretta e abbracciare Fragrant. E a tarda notte, coccolerò Pran senza che lui lo sappia.

Mio Pran.

Mio caro.

Qualcosa di soffice e bagnato tocca la mia guancia. Sento l'aria fredda dal condizionatore. Apro lentamente i miei occhi, e la prima cosa che vedo è del pelo. Sbatto le palpebre  due volte e provo ad alzarmi. Il pelo di adesso era una zampa anteriore biancastra e sporca. La cosa puzzolente e morbida era la lingua di un cane. Sono stato svegliato da un cane davanti a un minimarket perché ho dormito nel suo posto.

Quando si aprono le porte, si sente il suono inimitabile del miglior minimarket. Mi siedo a gambe incrociate, inzuppato. Mentre guardo in alto, vengo accolto da un cartello verde, arancione e rosso con il numero sette e la parola "undici" che si incrociano nel mezzo. Il posto in cui ho dormito appartiene al cane, senza dubbio.

Il mio ultimo ricordo è che ho preso un taxi, mi sono addormentato e mi sono svegliato qui. Non appena cerco il telefono e il portafoglio, mi rendo conto che è sparito tutto. Non è rimasto niente. Dio, l'autista mi ha derubato.

Mi ci vuole un po' per alzarmi in piedi. Sono molto più sobrio di quando ho lasciato il bar, ma non sono tornato del tutto in me. L'impiegato del minimarket mi saluta quando entro. Dato che a quest'ora stavo dormendo in un angolo vicino ad un bidone della spazzatura, nessuno mi ha notato. Non sono arrabbiato, anche se qualcuno ha preso i miei soldi ed il mio telefono. Ma dove diavolo si trova l'indirizzo di questo minimarket?

"Scusa, posso prendere in prestito il tuo telefono?"

"Sì?"

"Qual è il nome di questo posto? Sono stato derubato. Voglio chiamare il mio amico per farmi venire a prendere."

"Huh?!" L'impiegato sembra più scioccato di me, la vittima. "Dovremmo chiamare la polizia?"

"È tutto a posto. Voglio solo che il mio amico venga a prendermi. Chiamerò la polizia domani."

Il fatto è che ricordo solo che era un taxi rosa e non ho idea di che ora fosse. Nemmeno l'FBI riuscirebbe a trovarmelo. Guardo la telecamera a circuito chiuso nel negozio. Non avrebbe catturato il posto in cui ho dormito.

L'unico testimone è quello sporco cane bianco che mi ha leccato la faccia!

"Sono da buttare come un sacco di spazzatura. E un sacco di spazzatura davanti alla telecamera per di più."

Pran è stata la prima persona a cui ho pensato. Ha preso un taxi per venirmi a prendere quindici minuti dopo che l'ho chiamato. Sembra stanco come al solito, ma prima mi lascia comunque riposare sul divano.

"Riesci ad alzarti e farti una doccia?"

"Sverrei sotto la doccia."

"Come puoi essere così ubriaco? Trattieniti un po' Pat, puoi farlo?"

"Lo so" lo dico solo per scacciarlo via. Il proprietario della stanza in canotta e boxer sospira. Scompare in bagno e si presenta con una bacinella piena di acqua calda.

"Anche se non riesci a farti la doccia, devi lavarti queste macchie nere sul tuo corpo se dovrai dormire con me, chiaro?"

"Non disturbarmi. Dormirò sul divano."

"Pat."

"Pran, ho fame. Cucinami qualcosa."

"Che ora pensi che sia? Sono le due del mattino! Dovrei essere a letto, non cucinare."

Lo so, ma devo aver vomitato nel taxi o qualcosa del genere perché mi fa male lo stomaco. Pran si inginocchia, mi sbottona la maglietta, e mi obbliga a toglierla.

"Siediti come si deve. Ti pulirò il corpo."

"Devo togliermi i pantaloni?"

"Sì" risponde con voce bassa. Obbedisco, lanciando via la maglietta e i pantaloni, restando solamente con delle mutande minuscole che coprono un mostro enorme. "Non sono le mie mutande?"

"Non lo so. Erano nel cassetto. Ero di corsa questa mattina, così le ho messe."

Pran sospira al posto di lamentarsi. Usa il panno bagnato per pulirmi la faccia, scendendo sul mio collo in un modo non troppo gentile, ma probabilmente efficacie. Il mio naso quasi va via insieme alla stoffa.

"Chi riuscirebbe a sopportarti, comportandoti così?"

"Tu, Pran."

"Sono tuo amico. Intendo un'amante."

"Non voglio un'amante. Tu sei abbastanza per me." Alzo il mio braccio così può pulirmi il corpo più comodamente. Pran si acciglia talmente tanto che devo massaggiare via la tensione. "Pran, grazie."

"Uhm."

"Sei così buono con me."

"Bene, sii grato."

"Non ti porto altro che guai, eh?"

"Siiiii" Pran trascina fuori la parola e scuote la sua faccia lontano dalla mia mano. Ha pulito il mio addome, le braccia, e anche le gambe e i piedi.

"Se mai avrò mai una moglie, troverò qualcuno come te."

"Mi dispiace per la ragazza. Quando la smetterai di essere un peso per tutti?"

"Non ho mai voluto essere un peso" dico onestamente.

A parte Pran, non credo di causare problemi a nessuno. Amo sentire il suo lamentarsi. Quando è frustrato ma comunque fa qualunque cosa per me, è adorabile. "Voglio che tu ti prenda cura di me. Mi fa... sentire bene."

Lui si zittisce. Il panno viene gettato nella bacinella ed io sono ancora seduto lì mezzo nudo. Pran non pulirà sotto le mutande. Ma va bene. Questo è più che abbastanza. "Ancora fame?"

"Un po', ma sto bene. Posso sopportarlo."

"Aspetta un minuto. Non dormire ancora."

Annuisco. Pran va in bagno a lavare il panno prima di tornare indietro e bollire l'acqua. Versa il contenuto del porridge istantaneo in una ciotola e me la passa. La prendo, toccando non intenzionalmente le sue mani. Pran le tira indietro e distoglie lo sguardo. Improvvisamente, mi chiedo, se ci fosse seduto qualcun altro qui invece di me, Pran sarebbe stato comunque così gentile? Pran ama prendersi cura degli altri, è così gentile che intriga le persone attorno a lui.

Io non faccio eccezione.

"Pran, devi proprio essere così gentile con tutti?"

"Perché non dovrei?" mi chiede a sua volta, non capendo ciò che intendevo davvero. Si butta sul divano accanto a me, e si distende, mettendo la mia testa sulla sua spalla.

Riesco a sentire il suo profumo unico, dolce, pulito e sognante.

"Non puoi essere gentile solo con me? Non mi piace quando sei carino con gli altri."

"Che cosa c'è che non va in te? Ancora ubriaco?"

"Sono onesto e sto dicendo quello che penso. Pran..." Mi lancia uno sguardo di traverso.

Grazie per star ancora lasciando un ragazzo nudo appoggiarsi sulla tua spalla, quando potresti sbattermi al muro senza troppi sforzi e trascinarmi indietro da Par. "Pran, voglio che tu sia solo mio. Non mi piacciono i tuoi amici. Non mi piacciono le persone che ti stanno attorno."

"Questo non ha senso. Non sono il tuo squallido coniglio."

"Ho detto questo perché non lo sei. Fossi stato il mio Fragrant, ti avrei tenuto nella mia stanza, lasciando che nessuno ti vedesse."

"Sei pazzo?" Pran spinge via la mia testa, ma io la riappoggio sulla sua spalla. Mi spinge ancora via. Questa volta metto giù la ciotola del porridge e mi appoggio ancora una volta su di lui.

"Puoi non prestare attenzione a nessuno a parte me? Posso essere il solo a mettere la sua testa sulla tua spalla in questo modo?"

"Pat, sei fuori di testa. Finisci il porridge così puoi andare a letto. E apprezzerei se non ti ubriacassi per un po'."

"Promettimi che sono l'unica persona importante per te. La più importante."

Il proprietario della stanza non dà alcuna risposta, mentre il suono dell'aria condizionata riempie la camera. Metto la mia mano sulla sua coscia. Pran non mi manda via. Non capisco perché mi ha dato così fastidio vederlo essere così carino con qualcun altro, ma era ciò che sentivo davvero. Io sono diretto e onesto, al contrario di lui. E noi siamo completamente diversi quando si tratta di dire ciò che sta nelle nostre teste. Ecco perché, mentre tengo la sua mano, Pran sta ancora in silenzio.

"Sono davvero possessivo di te."

Pran si morde le labbra e aggrotta la fronte, chiaramente tesa. Voglio togliere la tensione dalla sua faccia, baciandola via, separando le labbra che sta mordendo talmente forte che sono preoccupato farà male, con gentilezza.

Voglio essere buono con Pran come lui lo è con me. Sento il battito di un cuore, non sono sicuro se sia il mio o quello del ragazzo vicino a me.

"Pat..."

Prima che Pran possa finire la frase, mi stendo, assonnato, appoggiando la testa sulle sue gambe tenendo ancora la sua mano. È perché sono ancora ubriaco e mi sono sforzato di stare sveglio per abbastanza tempo.

Non sono una civetta notturna, come gli studenti di architettura, ed egocentrico. In un secondo, tutto diventa nero. Stanotte non finisce con me che abbraccio Fragrant. Finisce con me che bacio la mano che sto tenendo saldamente, e fluttuo via verso il distante mondo dei sogni.

Il mondo dove bacio quelle labbra, come promessa che non lascerò Pran avvicinarsi a nessuno.

E lui sarà sempre mio.

 

|SCENA SETTE|
Pran|Talk

 

Guardo Pat dormire sulle mie gambe. Il suo respiro è caldo e veloce, probabilmente perché c'è ancora alcol nel suo sangue. Sospiro sentendolo borbottare il mio nome. Il Pat che conosco è giocoso, *un colpo al collo, sempre sorridente, e abbastanza freddo. È come se il sole splendesse fuori di lui. Anche così, Pat è preoccupante. Lui non è attento e non pensa mai a nulla.

Prima il divertimento, al diavolo la sicurezza.

Ogni incidente si riflette anche su di me. Per esempio, quello che è successo adesso. Quante persone sarebbero state così devastate da venire derubate e lasciate davanti ad un negozio? Ancora peggio, se n'è stato sdraiato lì finché un cane è andato a leccargli la faccia. Ed io sono dovuto andare a prenderlo nel mezzo della notte, quando avrei potuto riposare o lavorare sul mio progetto.

Oltre a causare guai, è diventato molto più bambinesco. Non sono più sicuro se siamo nemici, amici, o se abbiamo una relazione padre-figlio. Lo sgrido ogni giorno, così tanto che non riesco ad inventare abbastanza parole da usare. Con il passare del tempo, mi sono stancato di lamentarmi sempre delle stesse cose dato che lui non sarebbe cambiato comunque.

Lo stesso vale per me. Nonostante io sia davvero stufo di questo... Non riesco ancora ad ignorarlo.

Il forte applaudire del professore proveniente dal davanti della classe, e l'improvviso accendersi della luce, mi riporta alla realtà dopo un ora di lezione sul basso standard del sistema sanitario. Mi strofino gli occhi e mi stiracchio per togliermi la rigidità di dosso. La scorsa notte mi sono addormentato quando gli uccelli stavano per iniziare a cantare e mi sono dovuto trascinare per essere in classe alle otto. Sono uscito più tardi del solito, occupato a cercare del porridge istantaneo nella credenza e a fare del succo al lime per il ragazzo sul divano. Avrà una sbornia terribile da smaltire quando si sveglierà. Giusto. Pat ha dormito sul divano. Non si è fatto la doccia ed io non ho nessuna idea di cosa ci sia sul suo corpo. Pensavate che con qualche passata di spugna sarebbe stato abbastanza pulito per dormire sul mio letto? Sono già stato abbastanza gentile a prendere Shabby e metterlo sul suo petto. La cosa più sporca che abbia mai toccato è lui.

"Vuoi mangiare prima, Pran?" L'immagine nella mia testa svanisce mentre la voce di Wai mi porta indietro. Mi giro e lo vedo mettere via le sue cose.

"Vai a far controllare il tuo progetto oggi?"

"Probabilmente, ma prima completerò la piantina della casa alla libreria. L'altra notte non l'ho finita."

"Okay, ti accompagno. Non credo avrò la valutazione oggi comunque. Non sono sicuro."

"Che mi dici di Ke e i ragazzi?"

"È andato con Golf ad aspettare la valutazione da Chanpen non appena la lezione è finita."

"Oh, davvero?"

"Cosa c'è che non va? Sembri distratto oggi. Stressato per il progetto?"

"No, non ho dormito abbastanza immagino. Ho sonno."

"Perché non torni a casa dopo mangiato? Puoi farti dare la valutazione del progetto domani pomeriggio."

"Va tutto bene. Posso farlo."

"Sei sicuro?"

"Sì." Gli sorrido e annuisco. Waiyakorn è il mio migliore amico. Ci conosciamo da prima che entrassimo all'università. Abbiamo studiato insieme e sperato per il risultato che volevamo. Il giorno dell'annuncio dell'ammissione, ho aspettato insieme a Wai davanti al computer. Ricordo che il sito si è bloccato, e alcuni dei miei amici sono andati alla facoltà per controllare la lista. Con questo pensiero, ci siamo alzati in simultanea e abbiamo preso un taxi per andare lì. Siamo letteralmente saltati dalla gioia senza provare alcun imbarazzo quando abbiamo trovato i nostri nomi. Anche i nostri rank erano vicini. Io ho avuto il quarto posto e lui il quinto. Studiamo nella stessa facoltà e nelle stesse sezioni, e siamo migliori amici. Ci vediamo ogni giorno, siamo praticamente le nostre rispettive ombre. Forse il motivo per cui ci preoccupiamo così tanto, più di due normali amici, l'uno per l'altro, è perché ne abbiamo passate tante insieme. È un mio buon amico, e anche io voglio essere un buon amico per lui.

"È passato un po' da quando abbiamo mangiato alla caffetteria principale. Non riesco a scegliere cosa prendere." Rido mentre Wai gira la testa avanti e indietro, scrutando felicemente la lunga fila dei tavoli col cibo. Solitamente, in quanto studenti di architettura, se non torniamo direttamente a casa o lavoriamo sui nostri progetti subito dopo le lezioni, restiamo nell'edificio e aspettiamo per le valutazioni individuali. È raro per noi andare nella caffetteria principale in questo modo. È la più grande caffetteria vicino alla biblioteca, dove gli studenti di tutte le facoltà si incontrano, diversa dalla caffetteria della facoltà piena di facce familiari. Anche se c'è una grande varietà di cibo tra cui scegliere e un sacco di belle ragazze, vere dolcezze, è difficile trovare un tavolo vuoto. E i banchi che vendono cibo super delizioso hanno file lunghissime. Noi non abbiamo il cuore di aspettare.

"Tu vai e guarda in giro. Ti aspetto al tavolo."

"Huh? Vai prima tu. Aspetto qui" dice lui, sedendosi accanto a me.

"No. Fa caldo. Non voglio mangiare. Voglio il gelato."

"Ancora col tuo amore per il gelato. Non mangi cibo vero e continui a riempirti di zucchero ghiacciato."

"Zitto."

"Va bene, torno subito."

Annuisco e lo saluto prima di stiracchiarmi il collo, esausto, e affondare la faccia nelle mie braccia. Stavo quasi per addormentarmi nel momento in cui una cosa fredda e bagnata mi ha toccato la guancia facendomi sobbalzare via dal mio sonno.

"Ehi!" Quando i miei occhi mettono a fuoco, si posano su una scodella di gelato bianco-verde. Lancio uno sguardo al colpevole che mi ha svegliato in modo così bambinesco e lo fisso.

"Che diavolo era quello? È sporco."

"Mi stai sgridando anche se l'ho comprato per te. È il gelato al gusto dentifricio che ami."

"È menta." Il dentifricio non avrebbe un sapore così buono. "Bene, grazie."

"Mangia decentemente dopo."

"Se avrò fame, sì."

"Fai il test per controllare gli zuccheri nel sangue dato che ne mangi così tanto. Potrebbe venirti il diabete di questo passo."

Ignoro Wai e apro il mio gelato preferito, felice. Finalmente il gelato alla menta verde è lì davanti a me, ed io mi mangio una grossa cucchiaiata.

Questo sapore si abbina al tempo nel nostro paese, anche se molte persone storcono il naso ogni volta che mando giù crema o latte al gusto menta. Continuano a paragonarlo al dentifricio.

Il gusto dolce  e rinfrescante schiarisce la mia mente, facendomi dimenticare tutte le cose incasinate nella mia vita per un attimo. Questo è il perché sono dipendente dal gelato. Quando sono così frustrato, una ciotola di gelato mi calma.

"È buono?"

"È il mio preferito."

"Ne vuoi un altro?"

"Ne comprerò ancora se non è abbastanza" rispondo alle sue parole sarcastiche e guardo i suoi noodles. Li ha finiti in un battito di ciglia. "Li hai mangiati o succhiati? La tua gola ha notato che c'era del cibo in arrivo?"

"È il mio preferito."

Alzo gli occhi al cielo e ne prendo un'altra cucchiaiata. Il ragazzo accanto a me si fa più più vicino.

"Dammi un assaggio."

"Che diavolo? Lo odi, no?"

"Fammi provare ancora. Quando lo mangi, sento sempre che dev'essere maledettamente delizioso."

"Ha sempre lo stesso gusto, non importa quante volte lo assaggi. Storcerai ancora il naso."

"Andiamo, dammi un assaggio." Porto la ciotola davanti a Wai, ma lui si limita a tenere la bocca aperta. Sospiro e scuoto la testa, imboccandolo velocemente.

"Mh..." mugola. "Esattamente lo stesso."

"Bene, tienilo a mente e non chiedermene mai più altro."

"Allora non fare una faccia come se fosse così gustoso per poi farmi venire voglia di assaggiarlo. Mi hai ingannato."

Come? È sbagliato che io ami questo gusto?

BAM!!

Nel momento in cui un bicchiere mezzo pieno è stato sbattuto sul tavolo rovesciando l'acqua all'interno, sono quasi saltato. Tutti guardano nella nostra direzione scioccati, inclusi Wai e me. Guardo la persona sgarbata che ha commesso l'azione e vedo Pat sopra di noi. Mi sta fissando, il suo sopracciglio aggrottato. Che diavolo sta cercando di fare adesso? Perché cercare una lotta in questo momento? Siamo nel mezzo della caffetteria principale con un mare di persone da diverse facoltà intorno a noi.

"Che vuoi?" mi acciglio, guardandolo a mia volta parlando con voce piatta. Le persone sedute vicino a noi si sono alzate e sono fuggite.

"Niente." la sua voce si alza nel modo più fastidioso. Vedendo Wai spostarsi, gli afferro il braccio, e questo fa infuriare Pat ancora di più, e calcia la sedia. BAM!

"Cosa diavolo c'è che non va in te? Vai a fare il pazzo da un'altra parte. Questa è un'area comune, non il territorio di qualcuno. Non iniziare!"

Wai si innervosice. La situazione sembra peggiorare.

"Wai, calmati. Andiamo."

"Guardalo. Pur essendoci così tanti tavoli vuoti in questo momento, non è andato a sedersi lì. Invece, sta cercando di combattere. Non vedi che sei tutto bagnato?" Wai ringhia irritato, tenendo gli occhi fissi sul nemico. Poi lui prende la mia maglietta. THUD!

"Che diavolo?!?"

"Wai!" quel cane selvaggio improvvisamente spinge Wai. Lui perde il controllo, urlando, e si prepara per la lotta, così chiamo il suo nome e afferro il suo braccio.

"Siamo alla caffetteria. I professori potrebbero vederci."

Wai sbuffa esasperato, impreca e se ne va. Guardo Pat con disdegno e seguo il mio migliore amico che se na sta andando verso l'entrata della caffetteria. "Wai!" Urlo, chiamando il ragazzo sconvolto lì avanti. Finalmente, lo raggiungo.

"Calmati."

"Non potrei essere più calmo. Quell'idiota ha cercato guai. È stato lui a ferirti allo stomaco l'ultima volta?"

"Non cadere nella sua trappola. Lui è così."

"Detesto la sua faccia."

Mi lecco le labbra. Sono così asciutte che iniziano a fare male. Wai si sta ancora lamentando. Lo distraggo trascinandolo alla biblioteca. Una volta che siamo in un posto tranquillo con l'aria condizionata e ci concentriamo sui nostri progetti, Wai sembra calmarsi nonostante la sua faccia infastidita. Sempre meglio che sembrare agitato come fosse impossessato come prima. Abbiamo passato quasi quattro ore a fissare le nostre piantine delle case. Ci abbiamo scritto e disegnato sopra per un po' prima di cercare i libri di riferimento sugli scaffali, poi siamo tornati con una pila di libri spessi. Abbiamo sfogliato le pagine e fatto schizzi su fogli di carta. Ci abbiamo lavorato su mentre ci venivano nuove idee. E quando le finivamo, tornavamo agli scaffali. Abbiamo continuato finché i nostri cervelli non sono più riusciti a sopportarlo. Ora ci stiamo riposando contro gli schienali, pensando ad altro.

"Accidenti, mi fa male la testa." Inizia Wai. Mi giro e lo vedo afferrarsi la testa.

"Anche a me. La piantina è ancora un macello."

"Non posso nemmeno chiamarla piantina. È ancora cerchi e cerchi."

"Ma Golf ha detto che Chanpen sta facendo una valutazione di gruppo oggi, no?" Perché sei ancora qua a sistemarla?

"Giusto. Che posso fare? Non è ancora finita." Risponde Wai, sospirando e mettendo la faccia sul tavolo.

"Dannazione. Chanpen ci mette una vita per valutare ogni lavoro. Ad alcuni di loro non verranno nemmeno controllati i progetti."

"Dovremmo andarcene allora? Non penso che andrò lì. Sono già le quattro passate."

"Sì, andiamocene."

Mettiamo le nostre cose negli zaini, infiliamo i rotoli di carta sotto al braccio e usciamo dalla biblioteca. Io vorrei andare dritto a casa, ma nel momento in cui prendo la scorciatoia attraverso il giardino sul retro, sento delle urla da dietro l'edificio di ingegneria e mi acciglio. Prima che possa decidere se controllare o meno, vedo il mio junior che corre ed era evidentemente stato picchiato. Mi fermo.

"Ehi! Che sta succedendo?" Chiede Wai quando il ragazzino si avvicina.

"Wai, Pran, i miei amici stanno venendo picchiati laggiù. Sto cercando aiuto. Vi prego aiutateli."

Espiro frustrato.  Perché sono così desiderosi di causare problemi? "Va bene, sarò lì." Lancio il mio zaino e i rotoli di carta vicino ad un tavolo di legno e faccio un'altra domanda. "Quale diavolo è il problema stavolta?"

"È una lunga storia..."

Mi addolora sentire la voce del ragazzino diventare più soffice. Dev'essere colpa nostra. Senza sprecare un'altra parola, Wai ed io andiamo verso la battaglia. Ci fermiamo entrambi, guardando lo stesso cane pazzo che c'era prima alla caffetteria, in piedi davanti ad un altro ragazzino della nostra facoltà. Pat gli strappa il bavero e alza il pugno, pronto a colpirlo ancora. Giudicando dalle ferite sulla faccia del ragazzino, posso dire che ha già preso abbastanza pugni.

Con la rabbia repressa da prima, Wai usa questa chance per correre verso Pat. Sto per fermarlo ma vengo interrotto dall'attacco proveniente dalla mia destra. Non ho altra scelta se non quella di spostare la mia attenzione al mio attuale avversario. Ansimo, esausto, avendo perso abbastanza energia sistemando il ragazzo che ora è svenuto. Mi giro, e i miei occhi si spalancano alla vista di Pat che prende a pugni la faccia di Wai sul terreno.

Mi rimetto insieme e corro ad afferrare la spalla di Pat. O è troppo arrabbiato o non sa che sono io dal momento che mi tira un pugno sulla guancia in un istante. Il sapore metallico del sangue si diffonde nella mia bocca. Sputo e mi rialzo, ignorando le mani che cercano di supportarmi.

Quando guardo in alto e incontro il suo sguardo, Pat sembra essere tornato in sé. La sua espressione è innegabilmente preoccupata, ma non mi interessa. Vedendo le condizioni di Wai, digrigno i denti. Spingo il petto di Pat e aiuto Wai ad alzarsi. È appena cosciente. Lottiamo regolarmente in effetti, ma Pat non è mai stato così serio. Wai è quasi svenuto.

"Pran..."

Pat sussurra il mio nome, ed io fingo di non sentirlo. Sorreggo il mio migliore amico e lo porto fuori da qui con l'assistenza di un altro junior. Lo porto a casa sua e medico le sue ferite. Una volta che ha mangiato e preso le medicine, e mi sono assicurato che non ci sia altro oltre a labbra spaccate e ferite sulle guance, vado finalmente a casa.

Sono ancora frustrato, ma non sono sicuro quale sia esattamente la causa di questa frustrazione. Una cosa è certa, sono stato preso assolutamente alla sprovvista oggi con Pat che ha perso la testa. Venenedo colpito sulla guancia da quel pugno così forte, sono rimasto abbastanza scioccato. Può essere perché non siamo mai arrivati al punto di restare seriamente feriti. Ci siamo lasciati una ferita o due, sì, ma non sono mai stato così violento come oggi...

Toc toc.

I due leggeri colpi sulla porta catturano la mia attenzione. Non è un tintinnio questa volta. È effettivamente una mano che colpisce una porta.

Prendo un respiro profondo cercando di tenere sotto controllo le mie emozioni mentre mi alzo per aprire la porta. Come pensavo, Pat è in piedi dietro la porta con una faccia impassibile. Sostengo il suo sguardo e chiedo con voce piatta

"Cosa vuoi?"

"Pran..." Mugula il mio nome, allungando la mano per toccare la mia guancia ferita, ma io mi giro. "Mi dispiace."

"Sei qua per prenderti il coniglio?"

"Posso entrare?"

"Se me lo chiedi, no."

"Pran."

"Aspetta qui. Vado a prendere la tua roba." Faccio un passo indietro e cammino fino al divano dove c'è il coniglio. Prima che possa andare lontano, la porta si chiude e l'altro ragazzo mi tira il braccio. Lo mando via immediatamente.

Quando i nostri occhi si incontrano, Pat mette giù il muso, non felice della mia reazione.

"Perché devi essere così sconvolto? Sei arrabbiato perché ho colpito quell'idiota?"

"Non comportarti come se tu non sapessi che hai fatto, Pat!"

"Che diavolo ho fatto di sbagliato?! Sono stati i tuoi junior ad incasinare le cose stavolta. Hanno provato a far ubriacare la fidanzata del mio junior così potevano farle cose!"

"E quindi?! Cosa ti ha fatto Wai per venire picchiato in questo modo?!?"

"Ha aiutato quei maledetti e io ho reagito. Che ho fatto di sbagliato?!"

"...Allora perché non mi hai conciato in quel modo?"

"..."

"Perché non mi hai preso a pugni fino a farmi perdere i sensi?"

"Pran..."

"Prendi la tua roba e vattene."

"Mi stai cacciando fuori?"

"Sì, lo sto facendo. Siamo nemici. Perché voi stare con un nemico come me?"

"Pran."

"Ti ho detto di prendere la tua roba e andartene."

"..."

Resto fermo, distogliendo lo sguardo. Anche se il posto dove si posano i miei occhi non è nulla di interessante, mi sforzo di non guardarlo, di non provare niente vedendo quegli occhi tristi, e di non reagire quando la porta si apre... e si chiude silenziosamente.

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*Okay, suona strano lo so, ma la traduzione è quella e una migliore non mi veniva. :c



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